Il passato è la chiave per prevedere il clima futuro, dicono gli scienziati. Un’adeguata conoscenza delle dinamiche climatiche nella storia della Terra è cruciale per valutarne l’evoluzione futura.

La paleoclimatologica è una branca delle scienze della terra, in particolare della climatologia, che ha lo scopo di ricostruire l’andamento del clima nelle epoche passate. Questa disciplina sta diventando sempre più essenziale per comprendere come gli elementi chiave del sistema climatico siano stati influenzati dai livelli di gas serra.

A differenza dei dati climatici storici, che in genere risalgono solo a un secolo o due, i dati paleoclimatici coprono intere ere geologiche, con una gamma molto più ampia di condizioni climatiche che può aiutare gli scienziati a ridurre le incertezze sulle previsioni future riguardo le variazioni di temperatura, le calotte glaciali e il ciclo dell’acqua.

In un nuovo studio, un team internazionale di scienziati ha applicato modelli climatici a diverse situazioni ‘estreme’  del passato, note dalla documentazione geologica. Il clima caldo più recente, che può offrire un valido aiuto nelle predizioni future, si è verificato circa 50 milioni di anni fa durante l’epoca dell’Eocene, spiegano gli scienziati. A quel tempo l’anidride carbonica globale era a 1.000 parti per milione. Secondo le stime degli autori, se non riduciamo le emissioni ci dirigeremo verso livelli di CO2 simili all’Eocene entro il 2100.

Gli scienziati hanno preso in considerazione i cambiamenti climatici fino al periodo Cretaceo, circa 90 milioni di anni fa, quando i dinosauri popolavano ancora la Terra. Quel periodo mostra che il clima può diventare ancora più caldo, con livelli di anidride carbonica fino a 2.000 parti per milione e gli oceani caldi come l’acqua in una vasca da bagno.

«La chiave è la CO2», ha detto Jessica Tierney, autrice principale dello studio. «Ogni volta che vediamo prove di clima caldo nella documentazione geologica, anche la CO2 è alta».

I climi caldi passati come l’Eocene evidenziano il ruolo che le nubi hanno giocato nel contribuire all’aumento di temperature e dei livelli  di anidride carbonica.

«Esortiamo la comunità climatica a testare i modelli sui paleoclimatici nella fase iniziale, mentre i modelli vengono sviluppati, piuttosto che in seguito, che tende ad essere la pratica corrente», ha detto Tierney. «Cose apparentemente piccole come le nuvole influenzano l’equilibrio energetico della Terra in modi importanti e possono influenzare le temperature e i parametri dei modelli prodotti per l’anno 2100».

I risultati dello studio sono stati pubblicati su Science.