Probabilmente aveva ragione Darwin, e la vita sul nostro pianeta è iniziata prima di quanto pensassimo. Nel XIX secolo il padre dell’evoluzionismo aveva ipotizzato l’esistenza di un ‘brodo primordiale’ da cui sarebbero nati i primi esseri viventi, poco dopo l’origine della Terra. Un’ipotesi che però è stata smentita nel corso del Novecento: secondo la teoria oggi più accreditata tutto sarebbe invece nato più tardi, a seguito delle fuoriuscite idrotermali dagli oceani. Ora un nuovo studio ribalta nuovamente questa tesi, dando invece ragione proprio all’idea darwiniana del little pond, un piccolo stagno come ‘culla’ delle prime forme di vita.

La ricerca, coordinata dalla McMaster University canadese e pubblicata su Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS), afferma che il primo materiale organico sarebbe comparso sul nostro pianeta tra 3,7 e 4,5 miliardi di anni fa. Come? “Per comprendere l’origine della vita – dice Thomas Henning del Max Planck Institute for Astronomy e co-autore dello studio – dobbiamo capire com’era la Terra miliardi di anni fa. Il nostro studio mostra che l’astronomia fornisce una parte cruciale della risposta”.  Secondo i ricercatori, i responsabili della vita sulla Terra arriverebbero infatti dallo spazio: si tratta di meteoriti ricchi di carbonio, che avrebbero introdotto nelle calde pozzanghere della superficie terrestre gli elementi essenziali alla nascita di molecole organiche.

In base a questa ipotesi, il materiale genetico primordiale sarebbe un antenato dell’acido ribonucleico – gli stessi polimeri di RNA posseduti da ogni essere umano. Da qui si sarebbe successivamente sviluppato il DNA, troppo complesso per essere il primo ingrediente della vita. Se questa teoria fosse confermata, la tempesta di meteoriti che ha sconvolto il nostro pianeta circa quattro miliardi e mezzo di anni fa avrebbe anche permesso la nascita delle prima cellule: una prova della straordinaria adattabilità della vita, che sarebbe in grado di avere inizio anche nelle condizioni più ostili.