L’età delle stelle della nostra galassia potrà essere determinata con un margine di errore ridotto rispetto ai metodi convenzionali. A firma dei ricercatori dell’Università aeronautica di Embry-Riddle la nuova tecnica, elaborata con i dati tridimensionali della missione europea Gaia, è stata presentata al meeting dell’American Astronomical Society (AAS), in corso a Seattle.

Malgrado in fase ancora preliminare, lo studio riduce l’errore di calcolo dal 20% dei metodi convenzionali, che seguono tutte le fasi di vita delle stelle, al 5% e addirittura al 3% se invece si osservano “le ceneri” delle nane bianche.

Il nuovo metodo propone di misurare la temperatura superficiale delle stelle, il tipo di atmosfera (idrogeno o elio) e il calcolo della massa.

“La massa delle stelle è particolarmente rilevante – spiega Ted von Hippel, direttore dell’Osservatorio del Dipartimento di Scienze Fisiche di Embry-Riddle e del telescopio Ritchey-Chretien – perché gli oggetti con una massa maggiore hanno più energia e quindi impiegano più tempo a raffreddarsi. Questo è il motivo per cui una tazza di caffè resta calda più a lungo di un cucchiaino da caffè.”

La temperatura superficiale, determinata dal colore e dai costituenti atmosferici di una stella, aiuta a calcolarne l’età: come le ceneri di un fuoco spento possono offrire indizi su quando l’incendio è terminato. Inoltre conoscere se c’è idrogeno o elio nell’atmosfera stellare cambia l’analisi della sua superficie, perché l’elio irradia calore più dell’idrogeno.

Le misurazioni della missione Gaia, basate sulla geometria di due diverse linee di osservazione – o “parallasse“- rispetto agli oggetti osservati, hanno aiutato i ricercatori di Embry-Riddle a determinare il raggio delle stelle in base alla loro luminosità. Il rapporto massa-raggio della stella – un calcolo guidato dal comportamento fisico degli elettroni – può fornire informazioni sulla massa della stella e quindi sulla sua età.

Il team della Embry-Riddle punta a comprendere l’evoluzione chimica delle stelle sulla base di come i diversi elementi si sono aggregati nel tempo. Per questa ragione sono stati presentati due studi di calcolo dell’età con la nuova tecnica: una coppia formata da una nana bianca e una stella principale simile al nostro Sole, e una formata da due nane bianche nello stesso sistema binario.

L’obiettivo di Ted von Hippel e del suo team è quello di determinare i diversi elementi chimici presenti nelle coppie di stelle, in modo da calcolare sempre meglio i tempi di formazione stellare nella Via Lattea.