È stata una passeggiata spaziale insolita, quella completata ieri da due cosmonauti all’esterno della Soyuz collegata al segmento russo della stazione spaziale internazionale. L’Eva (da Extra vehicular activity), conclusa con successo dopo 7 ore e 45 minuti, aveva infatti lo scopo di esaminare dall’esterno il piccolo foro sulla casa spaziale trovato ad agosto e riparato dall’interno con una speciale resina dai membri dell’equipaggio.
Un buco sulla Iss: questa notizia aveva scatenato una valanga di ipotesi più o meno realistiche, dall’impatto di un micro meteorite al sabotaggio. A causare il foro di due millimetri di diametro nel compartimento orbitale della Soyuz MS-09 è stato invece probabilmente un errore umano in fase di assemblaggio, anche se per completare l’inchiesta aperta da Roscosmos servivano dati raccolti direttamente sul posto.
Esattamente quello che hanno fatto ieri durante la passeggiata spaziale Sergey Prokopyev, già presente sulla Iss quando è stato trovato il buco, e Oleg Kononenko, che invece ha raggiunto la stazione lo scorso 3 dicembre a bordo della navicella russa, tornata in operatività dopo l’incidente che ad ottobre aveva costretto gli astronauti a bordo a un atterraggio di emergenza.
Anche nel caso del guasto alla navicella le indagini, appena concluse, hanno dimostrato che si è trattato di un errore umano nelle fasi finali di assemblaggio in rampa di lancio. Periodo intenso dunque per Roscosmos, con due grande inchieste aperte in pochi mesi per la sicurezza della Soyuz – ad oggi unico taxi disponibile per l’orbita bassa.
I campioni di sigillante prelevati dai cosmonauti durante l’Eva di ieri saranno analizzati al rientro, per far luce definitivamente sullo strano caso del buco sulla Iss.