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Cosa accadrebbe se un satellite incontrasse una tempesta solare estrema subito dopo il suo lancio? Una risposta arriva dalla simulazione condotta dall’Esoc di Esa sul satellite Sentinel-1D, il quarto della missione Copernicus Sentinel-1 per l’Osservazione della Terra.
Allo spazioporto europeo di Kourou, dove verrà lanciato il 4 novembre, si sta testando la capacità del team di controllo di affrontare una eventuale mancanza di comunicazione col satellite in condizioni di grave disturbo elettronico.
La simulazione si è ispirata all’Evento di Carrington del 1859, la più forte tempesta geomagnetica mai registrata. Nel modello il satellite è stato prima colpito da un brillamento solare con intense radiazioni X e ultraviolette, subendo disturbi ai sistemi radar e perdendo la capacità di navigazione e il contatto con le stazioni di Terra.
Pochi minuti dopo, si è scontrato con una seconda onda, composta da particelle ad alta energia, subendo disturbi all’elettronica di bordo e potenziali guasti permanenti. Infine, 15 ore dopo il brillamento solare, una massiccia espulsione di massa coronale lanciata dal Sole a 2000 km/s si è scontrata con la Terra innescando una catastrofica tempesta geomagnetica.
La tempesta simulata ha causato il gonfiamento dell’atmosfera terrestre, aumentando la resistenza aerodinamica del satellite e spingendolo fuori dalla sua traiettoria: obbligato a spendere più carburante del previsto per rimettersi sulla sua orbita, la sua durata di vita si è ridotta inevitabilmente.
L’esercitazione fornirà informazioni fondamentali per la costituzione di servizi operativi a livello europeo per affrontare eventi estremi di Space Weather, contribuendo a perfezionare le procedure delle missioni.