👉 Seguici anche sul nostro canale WhatsApp! 🚀
Una tre giorni dedicata alla missione Artemis II e ai futuri astronauti Nasa. L’ha annunciata sul proprio sito l’agenzia statunitense che, a partire dal 22 settembre, terrà un evento informativo, aperto ai giornalisti, per illustrare tutti i dettagli del volo che più di 50 anni dopo l’ultima missione Apollo, riporterà l’uomo in orbita attorno alla Luna.
Durante l’incontro, che si terrà presso il Johnson Space Center Nasa a Houston, verrà ufficialmente presentato l’equipaggio e saranno affrontati gli aspetti tecnici e scientifici di Artemis II, in calendario attualmente per il 26 aprile 2026.
Inoltre, dopo aver valutato oltre 8.000 candidature, la Nasa presenterà la classe 2025 degli astronauti durante una cerimonia che si svolgerà lunedì 22 settembre alle ore 6.30 italiane.
L’evento di selezione degli astronauti sarà trasmesso in diretta streaming su NASA+, Netflix, Amazon Prime, sul canale YouTube e sull’account X della Nasa.
In attesa di sapere quali dettagli verranno sveltati durante i tre giorni di conferenze, vediamo di seguito una sintesi sulla missione Artemis II.
Equipaggio
La crew di Artemis II è composta da quattro astronauti.
Reid Wiseman, comandate (Nasa)
Victor Glover, pilota (Nasa)
Christina Koch, specialista di missione (Nasa)
Jeremy Hansen, specialista di missione (Csa, Canadian Space Agency)
L’equipaggio ha già iniziato l’addestramento presso il Kennedy Space Center della Nasa.
Obiettivi
L’obiettivo principale della missione Artemis II è quello di gettare le basi per il ritorno di esseri umani sulla superficie lunare, con la possibilità in futuro di consentire lunghe permanenze.
Nello specifico la missione si concentrerà sulla dimostrazione della capacità dell’equipaggio e dei sistemi della navicella Orion di volare nello spazio profondo e tornare sulla Terra, testando il supporto vitale, la navigazione e la comunicazione ottica, per la trasmissione ad alta velocità Luna – Terra. La missione testerà inoltre lo Space Launch System con un equipaggio a bordo, validando le procedure di rientro, compresa la dimostrazione della guida di Orion in un ambiente senza Gps.
Piano di volo
Il lancio sarà simile a quello di Artemis I, la prima missione senza equipaggio della serie Artemis, conclusasi con un successo nel 2022.
Il razzo Space Launch System (Sls) porterà in orbita la navicella Orion con a bordo i quattro astronauti dell’equipaggio per poi sganciare i booster, i pannelli del modulo di servizio e il sistema di interruzione del lancio, prima che i motori si spengano e lo stadio centrale si separi dallo stadio superiore e dal veicolo spaziale. Con l’equipaggio a bordo, Orion e lo stadio superiore, chiamato stadio di propulsione criogenica provvisorio (Icps), orbiteranno due volte intorno alla Terra per garantire che i sistemi di Orion funzionino come previsto mentre sono ancora vicini alla Terra.
Gli astronauti dovranno verificare il corretto funzionamento dei generatori d’ossigeno e di rimozione di diossido di carbonio e vapore causati dal respiro delle persone a bordo. Sarà poi verificata la funzionalità dei sistemi di comunicazione tramite il Deep Space Network (rete di antenne e di ricevitori che permette di rimanere in contatto con le sonde che esplorano il Sistema Solare), così come quella del generatore di energia e del controllore termico indipendente.
A questo punto la capsula potrà staccarsi dall’ultimo stadio dello Sls, l’Icps e tramite l’accensione del modulo di servizio si immetterà nella traiettoria che la porterà a sorvolare la Luna a una distanza compresa tra di 7500 e 8900 km dalla superficie. In questa fase gli astronauti piloteranno Orion con il controllo manuale, così da confermare la manovrabilità della capsula e la conseguente possibilità di eseguire i docking di alta precisione (le manovre di aggancio con altre navicelle), fondamentali per le future missioni Artemis.
Dopo 10 giorni di navigazione intorno alla Luna, Orion farà rientro sulla Terra seguendo una traiettoria di ritorno libero, per effettuare uno splashdown nell’Oceano Pacifico.

Il piano di volo di Artemis II (Crediti: Nasa)
Il razzo Space Launch System (Sls)
Il sistema di lancio scelto dalla Nasa per il programma Artemis è un razzo super pesante che costituisce la base per l’esplorazione umana oltre l’orbita terrestre. Con le sue capacità senza precedenti, l’Sls è l’unico vettore in grado di inviare la navicella Orion, quattro astronauti e un carico di grandi dimensioni con un unico lancio.
L’Sls si compone di diversi stadi:
- Booster (Srb): due booster a propellente solido che forniscono un’enorme spinta iniziale per superare l’atmosfera terrestre.
- Stadio Centrale (Core Stage): contiene un serbatoio criogenico di ossigeno e idrogeno liquidi ed è spinto da quattro motori Rs-25, riutilizzati e riadattati dall’era dello Space Shuttle.
- Fase Superiore (Icps): uno stadio aggiuntivo che si accende una volta in orbita per guidare la navicella spaziale Orion su una traiettoria precisa verso la Luna.
Ogni configurazione Sls utilizza lo stadio centrale con quattro motori Rs-25. La prima variante Sls, denominata Block 1, è in grado di inviare sulla Luna un carico pari a oltre 27 tonnellate.
La capsula che poterà gli astronauti, Orion
Orion è la navicella costruita dalla Nasa appositamente per le missioni Artemis.
È composta da un Modulo per l’equipaggio (Crew Module) parzialmente riutilizzabile e da un Modulo di Servizio (Esm, European Service Module), che fornisce propulsione, elettricità e supporto vitale. Orion è capace di trasportare da quattro a sei astronauti, può resistere a temperature estreme durante il rientro grazie a uno scudo termico e utilizza un sistema di comunicazioni ottiche avanzato, (O2o) per la trasmissione di dati ad alta velocità verso le stazioni terrestri. Utilizza un nuovo sistema di aggancio per collegarsi ad altre navicelle e alla stazione spaziale.
L’Italia in Artemis II
L’Italia ha dato il suo contributo con particolare riferimento alla realizzazione di alcune componenti del modulo di servizio Esm (European Service Module) di Orion, prodotti per conto dell’Esa, European Space Agency.
Le aziende italiane Thales Alenia Space e Leonardo hanno costruito alcune parti dell’Esm.
Thales Alenia Space si è occupata di realizzare la struttura di base, costituita da un’anima di pannelli in polimero composito rinforzato con fibre ed elementi in lega di alluminio per le strutture secondarie, mentre Leonardo ha fornito le unità di condizionamento e distribuzione dell’energia.
In alto la foto della crew di Artemis II. (Crediti: Nasa)