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Due ammassi di galassie, già protagoniste di una drammatica collisione avvenuta un miliardo di anni fa, sono ora in rotta di collisione per la seconda volta. Le prove di questo nuovo, imminente impatto cosmico arrivano dalle osservazioni combinate dei telescopi spaziali Chandra di Nasa e Xmm-Newton di Esa, che hanno studiato in dettaglio l’ammasso di galassie noto come PSZ2 G181.

Gli ammassi di galassie sono tra le strutture più grandi dell’Universo: gigantesche collezioni di centinaia o migliaia di galassie legate dalla forza di gravità. Situato a circa 2,8 miliardi di anni luce dalla Terra, PSZ2 G181 è in realtà il prodotto della fusione di due ammassi distinti, come suggerisce la sua particolare forma, simile a un guscio contenente due noccioline (nell’immagine sotto di colore blu e viola) .

I telescopi Chandra di Nasa e Xmm-Newton di Esa hanno hanno raccolto prove della seconda imminente collisione tra due giganteschi ammassi di galassie

Nell’immagine composita si possono osservare in rosso i due fronti d’urto della prima collisione scoperti dall’osservatorio Lofar e segnate come curve bianche i nuovi tre fronti d’urto che preannunciano il nuovo scontro cosmico tra i due ammassi di galassie che compongono il sistema PSZ2 G181. Crediti: dati raggi X: Nasa/Cxc/Cfa/Stroe, A. et al.; dati ottici: PanSTARRS; dati radio: Astron/Lofar.

Questo peculiare ammasso era già stato osservato in precedenza dall’osservatorio Lofar, una rete di antenne nei Paesi Bassi, che aveva rilevato strutture a forma di parentesi ai margini esterni del sistema (visibili nell’immagine a sinistra in rosso) , ben distanti dalle estremità del ‘guscio di arachidi’. Queste strutture sarebbero i fronti d’urto generati dalla prima collisione avvenuta un miliardo di anni fa. Dopo l’impatto, tali onde d’urto si sono propagate verso l’esterno e oggi si trovano a circa 11 milioni di anni luce di distanza tra loro: la separazione più grande mai osservata per strutture di questo tipo.

Ora, grazie a nuove osservazioni congiunte ai raggi X da parte di Chandra e Xmm-Newton di Esa, integrate dai dati ottici del telescopio Pan-Starrs, gli scienziati hanno scoperto che i due ammassi progenitori stanno rallentando la loro separazione post impatto e cominciando a muoversi nuovamente l’uno verso l’altro. Una seconda collisione sarebbe dunque all’orizzonte.
Gli astronomi hanno inoltre identificato tre nuovi fronti d’urto (segnate in bianco nell’immagine a sinistra), molto più vicini al centro dell’ammasso, e perfettamente allineati con l’asse della collisione precedente. Secondo gli studiosi, si tratta dei primi segnali del secondo imminente impatto.

I risultati di queste osservazioni sono descritti in tre diversi studi pubblicati su The Astrophysical Journal. Il primo e il secondo studio sono dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics, il terzo è dell’Università di Yonsei nella Repubblica di Corea.

I ricercatori stanno ancora cercando di determinare la massa di ciascuno degli ammassi in collisione. Ciò che è noto, però, è che la massa totale di PSZ2 G181 risulta inferiore a quella dei due ammassi originari, una rara anomalia che rende questo gigantesco ammasso uno dei pochi casi noti con tale caratteristica.

 

Immagine in evidenza: L’immagine composita di PSZ2 G181. Crediti: dati raggi X: Nasa/Cxc/Cfa/Stroe, A. et al.; dati ottici: PanSTARRS; dati radio: Astron/Lofar.