Era il 15 febbraio 2013, quando all’improvviso un meteorite di circa 15 metri di diametro e una massa di 10.000 tonnellate ha attraversato l’atmosfera alla velocità di 54.000 chilometri all’ora, frantumandosi sulla regione di Chelyabinsk, a sud degli Urali. Quanti sono i Neo (Near-Earth objects) – di simili dimensioni – la cui orbita può intersecare quella del nostro Pianeta? Un nuovo studio ha risposto a questa domanda, utilizzando la fotocamera Dark Energy (DeCam) sul telescopio Blanco del Cerro Tololo Inter-American Observatory. I risultati offrono nuovi spunti sull’origine e la natura dei ‘piccoli’ meteoriti. I Neo – fossili cosmici di dimensioni comprese tra pochi metri a decine di chilometri – sono una piccola parte di un’ampia popolazione di più di 700.000 asteroidi noti nel Sistema Solare e nel loro peregrinare celeste possono spingersi a meno di un terzo della distanza Terra-Sole e talvolta, la loro vicinanza al nostro Pianeta rappresenta una minaccia per la Terra.
A provocare eventi di estinzione di massa – come avvenne per i dinosari – sono meteoriti di grandi dimensioni, ma anche quelli di piccole dimensioni come i Neo potrebbero causare danni significativi. Il meteorite che ha impattato su Chelyabinsk – paragonabile per grandezza ad un edificio di sei piani – ha scatenato una potente onda d’urto che ha distrutto edifici e ferito gli abitanti, con un’intensità dieci volte superiore a quella della bomba atomica di Hiroshima.
Attraverso l’indagine eseguita con DeCam sul telescopio Blanco, un team di ricercatori ha stimato il numero di oggetti in orbita vicino alla Terra, di dimensioni simili all’asteoride di Chelyabinsk, scoprendo che essi sono più rari di quanto si pensasse.
«Ci sono circa 3,5 milioni di Neo di dimensioni che oscillano tra i 10 e i 20 metri, una popolazione dieci volte inferiore rispetto a quanto affermato negli studi precedenti», afferma Lori Allen, direttore dell’Osservatorio Nazionale di Kitt Peak e Principal Investigator della ricerca. Lo studio, che sarà pubblicato su The Astronomical Journal e al momento è disponibile in pre-print su arxiv, è il primo ad aver ricavato da un unico studio osservazionale, senza basarsi su ipotesi di modelli esterni, la dimensione dei Neo, fornendo nuovi dati sulla natura e l’origine dei piccoli meteoriti. Secondo le ipotesi degli scienziati le distribuzioni orbitali di Neo di grandi e piccole dimensioni differiscono tra loro e sarebbero proprio questi ultimi – delle dimensioni di una casa – ad avere maggiori probabilità di impatto con la Terra.