Saturno e gli altri giganti gassosi non sono gli unici corpi celesti avvolti da anelli: queste eleganti strutture cosmiche si trovano anche attorno a oggetti più piccoli. Alcuni tra gli esempi più famosi sono l’asteroide Chariklo e il pianeta nano Haumea, che ospitano appunto strutture ad anelli scoperte rispettivamente nel 2014 e nel 2017.
Ora un nuovo studio coordinato dall’Osservatorio di Parigi getta una nuova luce sulla forza che tiene gli anelli “incollati” ai loro corpi celesti, senza essere dispersi nello spazio. Fino ad oggi, la teoria prevalente attribuiva la posizione di queste strutture circolari alla forza gravitazionale proveniente dalle lune che orbitano attorno ai mondi dotati di uno o più anelli.
Secondo la nuova ricerca, invece, alcune strutture topografiche del pianeta – ad esempio una catena montuosa – avrebbero lo stesso ruolo gravitazionale dei satelliti naturali. Il che aiuterebbe a spiegare proprio la presenza di anelli attorno a corpi celesti senza una luna nelle vicinanze, come asteroidi e pianeti nani.
«Chariklo e Haumea sono stati i primi oggetti di piccole dimensioni scoperti ad avere anelli – commenta Maryame El Moutamid del Cornell Center for Astrophysics and Planetary Science – e noi crediamo che queste strutture siano più comuni di quanto pensassimo. Nel caso di corpi celesti simili a Chariklo e Haumea, gli anelli vengono trattenuti dalla gravità dovuta alla forma irregolare di questi oggetti».
Lo studio, pubblicato su Nature Astronomy, afferma inoltre che un altro elemento fondamentale grazie al quale i corpi celesti non perdono i propri anelli nel cosmo è la rapida rotazione degli oggetti inanellati, che in questo modo impedisce ai gas e alle particelle circostanti di disperdersi.
Per non perdere un anello nel cosmo, sembrerebbe quindi che un asteroide o un pianeta non abbiano necessariamente bisogno dell’intervento di un altro corpo celeste: in molti casi basta muoversi velocemente, oppure ospitare qualche grande montagna.