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Un sistema planetario formato da una stella e un gigante gassoso, che si muove nella nostra galassia a una velocità mai registrata prima. Se confermato, si tratterebbe del primo esopianeta scoperto ad orbitare attorno a una stella iperveloce.
La sua esistenza è stata proposta da un team di scienziati dopo aver svolto un’analisi approfondita di alcuni dati osservativi storici. I dettagli dello studio sono stati pubblicati in questi giorni su The Astronomical Journal, e ipotizzano l’esistenza di un sistema planetario che viaggia alla sorprendente velocità di 540 chilometri al secondo, quasi il doppio di quella del nostro Sistema Solare.

Tutto inizia nel 2011, quando all’osservatorio di Mount John dell’Università di Canterbury, in Nuova Zelanda, venne casualmente scoperta una microlente gravitazionale, catalogata come ‘Moa-2011-Blg-262’. Si cercò subito di capire che tipo di massa potesse averla generata, giungendo a due ipotesi: o si doveva alla presenza nelle vicinanze di un gigante gassoso dotato di esoluna, oppure di un sistema planetario formato da una stella di massa particolarmente bassa e un gigante gassoso.
Dalle prime osservazioni sembrava di trovarsi davanti a due record, il primo per il sistema planetario più veloce mai scoperto, il secondo per la massa (misurata e confermata) più piccola mai scoperta in grado di dar vita a una microlente gravitazionale.

In entrambi i casi si ammetteva la presenza non di un unico oggetto celeste, ma di due, legati gravitazionalmente. Per scoprire quale delle due ipotesi fosse giusta e se le misurazioni in possesso fossero realmente attendibili, bisognava attingere ad altri dati. Così si passò ad analizzare le serie raccolte dal satellite dell’Esa Gaia e dal Keck, osservatorio astronomico costituito da due telescopi riflettori gemelli, situato a 4.145 metri di altezza sulla sommità del vulcano Mauna Kea, alle Hawaii.
La ricerca tra decine di pagine di numeri e grafici non era affatto semplice. Un pianeta ‘nomade’ dotato di luna è praticamente invisibile ai telescopi, non avendo luce propria, così come un sistema planetario di una stella estremamente piccola, che produce una luminosità così flebile da essere difficilissima da individuare.

Alla fine è uscito un potenziale candidato, un sistema planetario a 24.000 anni luce da noi, situato nella zona della galassia prossima al centro del disco in cui l’alta densità di stelle crea un rigonfiamento.
Se la differenza della posizione che aveva questo sistema nel 2011 rispetto a quella del 2021 è corretta, allora sta viaggiando a una velocità strabiliante. Non solo: il calcolo si basa sullo spostamento laterale, non si considera la possibilità che la stella si stia muovendo anche verso di noi, o si stia allontanando. Questo significa che potrebbe procedere a una velocità addirittura superiore a quella attualmente stimata in poco più di 500 chilometri al secondo, anche oltre i seicento chilometri al secondo. Se così fosse, questo piccolo ma veloce sistema planetario sfreccerebbe a una velocità maggiore di quella di fuga e per questo potrebbe riuscire a lasciare la Via Lattea entro poche centinaia di milioni di anni.

Per avere una risposta definitiva sull’esistenza di questo curioso sistema esoplanetario serviranno ulteriori e mirate osservazioni, stavolta con scansioni ad alta risoluzione. Con queste potremo scoprire se l’oggetto in realtà si trova più o meno nella posizione attuale, cosa che spingerebbe gli scienziati a rivalutare la possibilità che sia un pianeta nomade con una luna.
Il miglior candidato per ottenere dati precisi è senza dubbio il telescopio spaziale Nancy Grace Roman Telescope. Questo nuovo gioiello tecnologico farà un censimento dei pianeti extrasolari, innanzitutto per comprendere quanto sono diffusi, poi per calcolarne con precisione la massa (anche di quelli legati a stelle iperveloci). Saprà anche individuare cosa accelera così tanto questi sistemi.
Le attività in programma sono dunque molteplici, tanto che, secondo gli scienziati, basterà questo potentissimo strumento per fare finalmente chiarezza su cosa stia realmente schizzando, a folle velocità, nella zona centrale della nostra galassia.

Immagine: ricostruzione artistica delle stelle vicino al centro della nostra galassia. A ognuna è stata aggiunta una scia, che indica il movimento: più è lunga e rossa, più la stella viaggia velocemente.  Quella con la scia più grande, che taglia orizzontalmente l’immagine, potrebbe avere un pianeta. Se confermato, si tratta del sistema esoplanetario più veloce finora scoperto.
Crediti: Nasa/Jpl-Caltech/R. Hurt (Caltech-Ipac)