La partenza di Juice

Juice ha iniziato il suo viaggio. Dopo un rinvio per maltempo, il lancio è avvenuto con successo il 14 aprile alle 14.15 italiane dallo spazioporto europeo di Kourou, in Guyana francese. Decollata a bordo di un razzo Ariane 5, la missione europea Juice (Jupiter Icy Moon Explorer) ha iniziato così il suo lungo viaggio interplanetario verso il sistema gioviano. Tutto è andato come previsto, nonostante un ritardo nella ricezione del segnale che ha tenuto gli scienziati con il fiato sospeso. Ma a 50 minuti dal liftoff, il segnale è stato finalmente intercettato dalla stazione di terra di New Norcia, della rete Estrack dell’Esa. Dopo altri 25 minuti, i pannelli solari di Juice, realizzati dall’italiana Leonardo, si sono dispiegati correttamente. Dando così ufficialmente il via all’avventura della missione europea nello spazio profondo.

Il primo selfie

Ed ecco Juice nello spazio. Questa immagine (foto in basso), realizzata il giorno del liftoff, appartiene alla prima serie di selfie della sonda dell’Esa partita alla volta di Giove e delle sue lune ghiacciate, dove arriverà dopo otto anni di viaggio. Le foto sono state scattate grazie alle telecamere di monitoraggio, il cui ruolo principale è verificare i corretti dispiegamenti del veicolo. La risoluzione delle immagini è di 1024 x 1024 pixel, mentre le versioni diffuse dall’Esa sono leggermente elaborate con una regolazione colore. La fotocamera scientifica di Juice fornirà invece immagini molto più dettagliate – ma per vederle, dovremo attendere ancora un po’.

Un lungo viaggio

Chi studierà i dati che ci arrivano da Juice oggi sta ancora frequentando scuole o università, ha detto il Presidente dell’Asi Giorgio Saccoccia, parlando di una missione che guarda al futuro. E in effetti i dati sul sistema gioviano arriveranno da Juice a partire dal 2031, quando la sonda giungerà nei pressi del gigante gassoso. I dati di Juice saranno dunque analizzati nel prossimo decennio da future generazioni di scienziati. Ma questo non significa che l’attuale team di Juice se ne starà con le mani in mano per i prossimi otto anni. Il lungo viaggio della sonda verso Giove andrà seguito passo passo, e questo richiederà moltissimo lavoro. E lungo la via, Juice invierà i primi dati da analizzare, soprattutto quelli raccolti durante le delicate operazione di calibrazione dei 10 strumenti scientifici. Tra questi, tre sono a guida italiana e un quarto vede un importante contributo del nostro paese.

Gli obiettivi di Juice

Juice avrà come obiettivi principali Ganimede, Europa e Callisto: le 3 lune ghiacciate dotate di oceani che orbitano attorno al gigante gassoso del nostro Sistema Solare. Queste lune gioviane verranno studiate alla ricerca di possibili habitat per la vita.

«È un target, quello del sistema gioviano, potenzialmente vicino a un concetto di abitabilità che impegnerà la comunità scientifica per anni – spiega Barbara Negri, Resposabile Volo Umano e Sperimentazione Scientifica di Asi. – E l’Italia non arriva a digiuno: c’è la missione precedente, Juno della Nasa, su cui il nostro paese ha investito moltissimo e che sta dando ottimi risultati. Quindi siamo posizionati in una maniera eccellente, con una leadership riconosciuta nello studio di Giove e del sistema gioviano sia dal punto di vista scientifico che industriale». 

L’Italia di Juice

I tre strumenti a guida italiana sono RIME, JANUS e 3GM. Il primo è nato dalla collaborazione dell’Agenzia Spaziale Italiana con il Jpl della Nasa ed è un radar in grado di guardare al di sotto delle superfici ghiacciate delle lune gioviane. JANUS, rutto di un accordo tra le agenzie spaziali italiana e tedesca, è una camera ottica per studiare la morfologia dei satelliti di Giove e le nubi del gigante gassoso. 3GM, sviluppato dall’Agenzia Spaziale Italiana in collaborazione con quella israeliana, è uno strumento di radio scienza che analizzerà le variazioni nel campo gravitazionale delle lune gioviane. Un importante contributo italiano è stato dato anche allo strumento MAJIS, a leadership francese grazie a un accordo tra Asi e Cnes con la collaborazione di Inaf. Si tratta di uno spettrometro che studierà la troposfera di Giove e delle sue lune. MJIS è stato realizzato dall’italiana Leonardo, che ha realizzato i pannelli solari di Juice, i più grandi mai impiegati in una missione interplanetaria.

Immagine in apertura: uno dei primi selfie di Juice. Crediti: Esa/Juice/Jmc, CC BY-SA 3.0 IGO