Uno scenario fiabesco di galassie variegate e scintillanti: così Abell S636, un vasto cluster galattico, si è presentato all’obiettivo della fotocamera DeCam, installata sul telescopio Victor M. Blanco. Il telescopio, ubicato in Cile, fa parte delle strutture di ricerca che fanno capo all’ente americano NoirLab (National Optical-InfraRed Astronomy Research Laboratory).
Abell S636, noto anche con il nome di Antlia, si trova a circa 130 milioni di anni luce dalla Terra in direzione della costellazione meridionale dell’Antlia. L’immagine della DeCam ha ripreso una parte delle 230 galassie che costituiscono l’ammasso, unitamente ad altre visibili sullo sfondo; la sensibilità di questo strumento ha permesso di rilevare le diverse tipologie di galassia presenti all’interno del cluster.
Gli ammassi galattici, come Abell S636, sono tra le strutture più grandi presenti nell’Universo. I modelli attuali ipotizzano che queste vaste strutture si formino come grumi di materia oscura e che le galassie, nate al loro interno, siano tenute insieme dalla forza di gravità e, a loro volta, creino gruppi costituiti da decine di galassie. Queste ‘famiglie’, successivamente, si fondono e danno luogo ad ammassi di centinaia – e persino migliaia – di galassie.
Le galassie principali di Abell S636 sono due massicce galassie ellittiche visibili, rispettivamente, al centro dell’immagine (Ngc 3268) e in basso a destra (Ngc 3258); queste due entità sono circondate da numerose e fioche galassie nane. Secondo gli studiosi, Ngc 3268 e Ngc 3258 sarebbero impegnate in un processo di fusione: infatti, alcune osservazioni effettuate nei raggi X nell’area luminosa tra i due soggetti hanno svelato una scia di ammassi globulari. Questa scoperta potrebbe confermare l’ipotesi che l’intero ammasso sia costituito in realtà da due cluster minori intenti a fondersi.
La popolazione galattica di Abell S636 è molto variegata: in essa sono state individuate galassie lenticolari, irregolari, nane a bassa luminosità , nane ultra-compatte, ellittiche compatte e nane blu compatte. Alcuni tipi di galassie sono stati individuati solo in tempi recenti, grazie ai progressi della strumentazione scientifica e delle tecniche di indagine. L’analisi delle varie tipologie di questi oggetti celesti permette agli astronomi di migliorare le conoscenze sull’evoluzione delle galassie e sulla materia oscura.
La DeCam, utilizzata con successo per questa suggestiva immagine, era stata originariamente costruita per svolgere la mappatura Dark Energy Survey: si tratta di una campagna di ricerca (svolta dal 2013 al 2019), centrata sull’elusiva energia oscura e sulla sua connessione con l’espansione dell’Universo.
In alto: una porzione dell’ammasso Abell S636 vista dalla DeCam (Crediti: Dark Energy Survey/Doe/Fnal/DeCam/Ctio/NoirLab/Nsf/Aura – Image processing: R. Colombari & M. Zamani, Nsf/NoirLab)