Sul confine tra il sud-est dello Utah e il nord-est dell’Arizona, precisamente lungo il corso del fiume Colorado, si trova il lago Powell; si tratta del secondo bacino artificiale più grande degli Stati Uniti d’America – costruito circa 50 anni fa – e, stando alle immagini acquisite dai satelliti Sentinel-2 del programma europeo di Osservazione della Terra Copernicus a metà marzo, il livello dell’acqua starebbe drammaticamente diminuendo (1074 metri sul livello del mare, il dato più basso mai registrato dal 1980).
Quanto sta accadendo al lago Powell, in futuro, potrebbe minacciare milioni di persone che dipendono dalle sue risorse idriche; infatti, il lago fornisce acqua a circa 40 milioni di persone, irriga oltre 2,2 milioni di ettari di terreno e ha la capacità di generare più di 4200 megawatt di energia idroelettrica.
È noto che i satelliti impiegati nelle missioni atte all’osservazione della Terra, sono diretti principalmente al monitoraggio degli effetti del cambiamento climatico; tra questi, la siccità (ossia la scarsità di pioggia o il prosciugamento di fiumi e laghi) è un chiaro esempio dell’attuale crisi climatica a cui stiamo lentamente andando incontro.
Finora, nell’immaginario collettivo, la siccità è sempre stata una calamità associata ai paesi del terzo mondo, in special modo quelli del continente africano; in verità, si tratta di un fenomeno che sta diffondendosi in altre aree del pianeta (per esempio, secondo il National Oceanic and Atmospheric Administration, quasi il 60% degli Usa starebbe attualmente soffrendo periodi di siccità).
In alto: Il lago Powell ripreso dai satelliti Sentinel-2
Crediti immagine: Esa – modified Copernicus Sentinel data (2022), processed by Esa