L’attrazione reciproca tra le due galassie nane e le sue conseguenze sotto la lente dello storico telescopio Nasa-Esa. I risultati dell’indagine pubblicati su The Astrophysical Journal

Due nane ‘vicine di casa’ della Via Lattea, impegnate in un ‘tiro alla fune’ cosmico: le protagoniste del gioco sono le galassie note come Grande Nube di Magellano (Lmc) e Piccola Nube di Magellano (Smc), che orbitano intorno alla nostra e anche fra loro. L’interazione tra i due soggetti ha avuto come conseguenza la formazione di una vasta nube di gas che l’una ha tirato fuori dall’altra. I rapporti tra le due Nubi sono al centro di uno studio, coordinato dallo Space Telescope Science Institute di Baltimora e basato su una serie di osservazioni spettroscopiche condotte con Hubble. I risultati della campagna sono stati illustrati nell’articolo “Chemical Abundances in the Leading Arm of the Magellanic Stream”, pubblicato di recente su The Astrophysical Journal.

Gli studiosi si sono centrati sulla nube di gas a forma di arco, nata appunto dalle interazioni tra le due galassie e denominata Leading Arm. La nube, che deve il suo nome al fatto che guida il movimento tra le due nane, misura circa la metà della Via Lattea, ha pressappoco 1 o 2 miliardi di anni e collega le due entità alla loro illustre vicina. Per comprendere se il gas in questione provenga dalla Grande Nube o dalla Piccola, il team della ricerca si è focalizzato sulla composizione del Leading Arm, che ha un aspetto sfilacciato ed ha già raggiunto la Via Lattea, riuscendo a sopravvivere nel suo viaggio verso il disco galattico. Il ‘braccio che guida’ è considerato di grande importanza anche perché costituisce un esempio in tempo reale del processo di afflusso del gas in una galassia, un fenomeno molto difficile da osservare in realtà più lontane rispetto alla Via Lattea.

La composizione chimica del gas presente nel Leading Arm è stata analizzata da Hubble nell’ultravioletto. Gli astronomi hanno osservato la luce di sette quasar (i nuclei brillanti di galassie attive situate miliardi di anni luce oltre la nube) e si sono serviti in particolare dello strumento Cos (Cosmic Origins Spectrograph) del telescopio per misurare come questa luce sia stata filtrata dalla nube di gas, soprattutto per quanto riguarda le ‘firme’ dell’idrogeno e dello zolfo. I dati ottenuti sono stati messi a confronto con le misurazioni dell’idrogeno effettuate con il telescopio del Green Bank Observatory in Virginia; in questo modo, è stato possibile stimare la composizione e la velocità del gas per capire da quale delle due Nubi di Magellano tragga origine il Leading Arm. Al termine delle analisi, il gruppo di lavoro ha concluso che i dati collimano con quelli della Piccola Nube e che è la Grande Nube che sottrae il gas ed ha quindi la meglio nel ‘tiro alla fune’. Gli autori del paper intendono proseguire la loro indagine sul Leading Arm, per realizzarne una mappatura completa soprattutto per quanto riguarda le dimensioni.