Si presenta come una formazione nuvolosa, il cui andamento ricorda la curva di una parentesi: è il maestoso e antico fronte freddo osservato nel cluster galattico di Perseo, situato a 240 milioni di anni luce dalla Terra (qui in alta risoluzione). La struttura, che – nonostante la classificazione – non ha nulla di simile ai fronti meteorologici terrestri, è stata individuata combinando i dati di tre differenti missioni a raggi X: Xmm-Newton dell’Esa e Chandra della Nasa, ancora attive, e Rosat della Dlr, conclusa nel 2011.
I fronti freddi si formano quando gli ammassi galattici entrano in collisione. Infatti, l’influenza che il cluster più grande – con la sua forza gravitazionale – esercita su quello più piccolo produce un movimento nei gas presenti nel suo nucleo; da questo fenomeno si originano i fronti freddi. Queste strutture assumono una forma sinuosa e si mettono in movimento, allontanandosi dal ‘cuore’ dell’ammasso verso il mezzo interstellare. Il fronte di Perseo, che si estende per circa due milioni di anni luce e viaggia ad una velocità di 50 chilometri al secondo, è un vero ‘matusalemme’ cosmico: ha iniziato a distaccarsi dal centro del cluster oltre 5 miliardi di anni fa, prima della formazione del Sistema Solare.
L’ammasso in questione contiene migliaia di galassie e ospita un buco nero super-massiccio, che fa sentire i suoi effetti anche sul fronte freddo; nel corso del tempo, infatti, la turbolenza scatenata dal buco nero dovrebbe erodere il fronte, smussandone i bordi affilati e provocando graduali cambiamenti nella densità e nella temperatura. Un ulteriore approfondimento – condotto con i soli dati di Chandra – ha messo in rilievo che il fronte ha un orlo sorprendentemente aguzzo e che in alto a sinistra è diviso in due; quest’ultimo particolare è stato desunto da un’analisi delle temperature. Secondo gli studiosi, il profilo affilato del fronte freddo dovrebbe essere stata preservato – nel corso della sua storia più che millenaria – dalla presenza di un forte campo magnetico che si è comportato come uno scudo, proteggendolo dall’influenza dell’ambiente circostante al punto da impedirgli di disperdersi nello spazio. Dopo oltre 5 miliardi di anni, quindi, il fronte freddo di Perseo riesce a mantenersi ancora in forma.
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Immagine: l’ammasso di Perseo visto da Chandra (Credits: Nasa)