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BepiColombo ha completato con successo il quarto dei sei sorvoli di assist gravitazionale su Mercurio. Partito il 20 ottobre 2018, il programma è frutto della collaborazione tra Esa e Jaxa, l’agenzia spaziale giapponese. Questa missione è la terza a visitare Mercurio e vede un forte contributo italiano, con 4 dei 16 tra strumenti ed esperimenti a bordo, realizzati dall’Agenzia spaziale italiana.

L’obiettivo principale del sorvolo era ridurre la velocità della sonda rispetto al Sole, in modo che il suo periodo orbitale si avvicinasse agli 88 giorni del pianeta roccioso. Questa manovra ha permesso di raccogliere dati scientifici da angolazioni impossibili da ottenere una volta in orbita.

Il momento di massimo avvicinamento è avvenuto alle 23:48 ora italiana di mercoledì 4 settembre, quando la sonda è scesa a circa 165 km dalla superficie, ottenendo con le sue tre telecamere, una chiarissima visuale della superficie del pianeta e del polo sud.

Mercurio è fortemente segnato da crateri d’impatto. Due di essi sono stati immortalati durante questo sorvolo, mostrando dettagli mai visti prima.

Il primo a entrare nella visuale di BepiColombo è stato Vivaldi, un grande bacino con picchi ad anello centrale di 210 km di diametro, un cratere da impatto che la sonda ha osservato vicino alla linea dell’alba, rivelando un paesaggio enfatizzato dalle ombre. Pochi minuti dopo, BepiColombo ha puntato gli occhi su un altro cratere di 155 km di diametro e ribattezzato Stoddart, in onore dell’artista neozelandese Margaret Olrog Stoddart. Questi due crateri, come molti altri sul pianeta Mercurio, sono stati inondati da colate laviche vulcaniche molto tempo dopo l’impatto originale.

Le immagini, scattate alla distanza più ravvicinata fino ad oggi, mostrano la superficie di Mercurio segnata da 4,6 miliardi di anni di impatti di asteroidi e comete, offrendo indizi sul ruolo del pianeta nell’evoluzione del Sistema Solare. Questo quarto flyby prepara ora la sonda per i prossimi sorvoli, previsti per il 1º dicembre 2024 e l’8 gennaio 2025, con l’obiettivo di allinearsi infine all’orbita di Mercurio intorno al Sole nel novembre 2026.