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È la domanda che il nuovo progetto di citizen science Galaxy Zoo pone al pubblico, invitato a partecipare alla classificazione delle forme di migliaia di galassie osservate dal telescopio spaziale Euclid dell’Esa. Questa iniziativa è fondamentale per risalire ai processi evolutivi e ai cambiamenti delle forme di queste entità e dimostra come la scienza possa trarre vantaggi non solo dalla collaborazione tra ricercatori, ma anche dal coinvolgimento diretto del pubblico grazie alla citizen science.

Euclid è stato lanciato a luglio 2023 e ha iniziato le sue osservazioni scientifiche il 14 febbraio 2024 con l’obiettivo di realizzare una mappa della distribuzione e dell’evoluzione di materia ed energia oscura nell’universo. Nel suo mirino fotografico un’ampia e dettagliata porzione del cosmo che include dati su centinaia di migliaia di galassie lontane. E tutto questo in un colpo solo.
La missione vanta il coinvolgimento italiano sugli aspetti scientifici e tecnologici attraverso l’Agenzia Spaziale Italiana, l’Istituto Nazionale di Astrofisica, l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e numerose università.

Nel corso dei prossimi sei anni, si prevede che il telescopio invierà circa 100 GB di dati al giorno sulla Terra. Ma questa enorme quantità di informazioni rende l’analisi e l’etichettatura delle immagini una sfida considerevole se affidata solo agli esperti. Per affrontarla, gli scienziati dell’Esa e del consorzio Euclid hanno avviato una partnership con il progetto Galaxy Zoo, ospitato sulla piattaforma Zooniverse.
Lanciato nel 2007, Galaxy Zoo ha inizialmente coinvolto il pubblico nella classificazione delle forme di un milione di galassie attraverso le immagini dello Sloan Digital Sky Survey. Da allora, oltre 400.000 persone hanno contribuito a catalogare le immagini di galassie provenienti da diversi osservatori, tra cui i telescopi spaziali Hubble e James Webb. E oggi, il progetto offre al pubblico per la prima volta l’opportunità di identificare anche le immagini ottenute da Euclid.

Il primo gruppo di dati, reso disponibile grazie alla piattaforma digitale Esa Datalabs, include decine di migliaia di galassie selezionate tra oltre 800.000 immagini. I volontari possono accedervi e rispondere a domande specifiche come “La galassia è rotonda?” o “Ci sono segni di bracci a spirale?”
Queste classificazioni costituiscono un set di addestramento per gli algoritmi di intelligenza artificiale. Quello che il team ha sviluppato su Zooniverse si chiama ZooBot ed esaminerà inizialmente le immagini di Euclid, etichettando le ‘più facili’, di cui esistono già molti esempi in precedenti indagini sulle galassie. Quando l’algoritmo incontra immagini complesse o deboli e non è sicuro del raggruppamento, le sottopone agli utenti su Galaxy Zoo che, con le loro classificazioni ‘umane’, lo aiutano a migliorare e a diventare sempre più preciso.

Una volta addestrato, Zoobot verrà integrato nei cataloghi di Euclid (che verranno rilasciati alla comunità scientifica a partire dal 2025), fornendo classificazioni dettagliate di centinaia di milioni di galassie e contribuendo a creare il più grande catalogo scientifico mai realizzato.

«Il coinvolgimento della comunità scientifica italiana nella missione Euclid è molto ampio e riveste un ruolo importante nel contesto internazionale, in particolare nelle attività di riduzione e analisi dei dati», sottolinea Elisabetta Tommasi, responsabile per Asi della partecipazione italiana alla missione. «Sarebbe davvero un successo se, analogamente, i cittadini italiani potessero dare un contributo rilevante all’iniziativa “Euclid Galaxy Zoo”, dimostrando curiosità e interesse per i dati e condivisione delle motivazioni che sono alla base dell’attività scientifica dallo spazio».

 

In apertura: Quaranta immagini di galassie, ognuna con una forma diversa, ottenute con Euclid. Crediti: Esa/Euclid/Euclid Consortium/Nasa