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La presenza di ghiaccio d’acqua vicino alla zona equatoriale del pianeta Marte sembrava impossibile, invece è stata confermata.
La scoperta si deve a due missioni dell’Esa che hanno a bordo anche strumenti dell’Agenzia spaziale italiana: Mars Express, che già a gennaio aveva rilevato strati di ghiaccio nel sottosuolo equatoriale, ed ExoMars. A differenza di altre sonde, entrambe hanno un’orbita tale da permettere l’osservazione a qualsiasi ora del giorno.
Il ghiaccio infatti, in questo ultimo rilevamento, è presente per alcune ore dell’alba prima di evaporare alla luce del Sole. Lo troviamo sotto forma di brina e si deposita soprattutto nelle regioni in ombra delle caldere, le cavità in cima ai vulcani. Ci troviamo infatti nella regione di Tharsis che contiene i vulcani più alti non solo di Marte, ma di tutto il Sistema Solare.
Mentre sulla Terra l’atmosfera renderebbe possibile la presenza di ghiaccio in cima alle montagne della regione equatoriale, su Marte è così rarefatta da rendere le temperature troppo alte. Il fenomeno tuttavia è favorito dai venti che, risalendo i pendii delle montagne, portano aria relativamente più umida dalla superficie fino ad altitudini più elevate, dove si condensa e si trasforma in ghiaccio sottile.
La brina nelle caldere è spessa quanto un capello umano, ma ricopre una vasta area. La quantità di acqua che ogni giorno superficie e atmosfera si scambiano durante le stagioni fredde è di circa 150mila tonnellate, l’equivalente di 60 piscine olimpioniche.
La scoperta evidenzia che ci sono processi eccezionali che consentono la formazione del gelo in questa regione. I nuovi dati saranno utili per comprendere ancora di più le complesse dinamiche atmosferiche del pianeta, conoscenze essenziali per la futura esplorazione di Marte e per la ricerca di possibili segni di vita.
Crediti video: Esa