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Hanno un formato mignon e sinora erano sfuggiti allo sguardo degli astronomi, ma non alla vista acuta di Hubble: sono un folto gruppo di piccoli asteroidi della Fascia Principale, che ora viene alla luce dopo un lavoro certosino condotto su 37mila immagini scattate dal telescopio spaziale Nasa-Esa nell’arco di 19 anni. L’esame delle foto ha messo in rilievo 1701 scie lasciate da questi mini corpi rocciosi: da esse sono emersi 1031 asteroidi non ancora catalogati; in questo gruppo, ben 400 esemplari hanno dimensioni inferiori a un chilometro. Questi risultati sono stati illustrati in uno studio di Astronomy & Astrophysics, coordinato dall’Università Autonoma di Madrid.

I ricercatori hanno potuto contare sull’aiuto di un nutrito gruppo di cittadini-scienziati (oltre 11mila), coinvolti grazie a Hubble Asteroid Hunter: si tratta di un progetto di citizen-science sviluppato dal Centro Estec dell’Esa e dall’European Space Astronomy Centre in collaborazione con Zooniverse, il più ampio portale dedicato alle iniziative per volontari appassionati di scienza. In questo progetto i cittadini-scienziati sono andati a caccia di asteroidi con un algoritmo che li aiutati nell’identificazione.

Grazie a questo fondamentale supporto, gli astronomi sono riusciti ad approfondire le caratteristiche di una popolazione di corpi celesti della Fascia Principale ancora poco conosciuta e ritenuta invece di grande interesse per ricostruire l’evoluzione del Sistema Solare. La presenza di un numero così elevato di mini asteroidi rafforza l’ipotesi che questi siano frammenti di corpi rocciosi più grandi, andati in frantumi a causa di collisioni nel corso dei millenni.

I piccoli asteroidi hanno lasciato traccia nelle foto di Hubble a causa della sua rapida orbita intorno alla Terra; inoltre, conoscendo la posizione del telescopio e misurando la curvatura delle scie, i ricercatori sono riusciti a determinare la distanza dei frammenti e la forma delle loro orbite. Il progetto proseguirà con l’analisi delle scie lasciate dagli asteroidi che non erano ancora conosciuti per caratterizzare le loro orbite e studiarne le proprietà, come i periodi di rotazione.

Hubble, che sta per festeggiare il suo 34° ‘compleanno spaziale’, è stato lanciato il 24 aprile 1990 con lo Shuttle Discovery (missione Sts-31) e due giorni dopo è stato liberato nel cosmo dal braccio robotico della navetta.

In alto: la scia di un asteroide nella foto della galassia Ugc 12158 scattata da Hubble [Crediti: Nasa, Esa, P. G. Martín (Autonomous University of Madrid), J. DePasquale (StScI). Acknowledgment: A. Filippenko (University of California, Berkeley)]