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Il Goddard Space Flight Center della Nasa costruirà un rivelatore di terremoti lunari da utilizzare nel corso della missione con equipaggio Artemis 3.

Il Lunar Environment Monitoring Station (Lems) è uno dei primi tre carichi utili selezionati per la missione. Lems sarà in grado di rilevare le scosse simiche (moonquakes) nella regione del Polo Sud della Luna e i dati raccolti aiuteranno gli scienziati a studiare la struttura interna del nostro satellite e ad avere maggiori dettagli sul suo processo di formazione. Lems è una piccola stazione autosufficiente, una sorta di ‘boa lunare’, in grado di sopravvivere alle rigide temperature della notte lunare. Il progetto ha ricevuto il primo finanziamento nel 2018, nell’ambito del programma ‘Development and Advancement of Lunar Instrumentation’ dell’agenzia.

Il sismometro potrà operare sulla superficie fino a due anni dal dispiegamento e ha le potenzialità per diventare un elemento chiave per la futura rete geofisica lunare. I primi terremoti sono stati osservati grazie a una rete di sismografi dislocati tra il 1969 al 1972 sulla superficie lunare dalle missioni Apollo. La causa principale dei moonquakes è generata dalla trazione gravitazionale tra la Terra e la Luna. Un’altra tipologia è rappresentata dai moonquakes termici innescati dai forti sbalzi di temperatura tra il giorno e la notte.

Lems verrà realizzato dal team del centro Goddard, mentre l’Università dell’Arizona fornirà due sensori sismometrici. L’Università del Kentucky progetterà il sistema di telecomunicazioni e infine quella di Washington, a Saint Louis, avrà l’incarico di gestire l’elaborazione dei dati per la diffusione alla comunità scientifica.

I dati ottenuti con Lems sull’ambiente lunare saranno utili al fine di sostenere una presenza umana di lunga durata sul nostro satellite.

 

Immagine in apertura: i tecnici della Nasa inseriscono il Lems nella camera a vuoto termico per i test sul funzionamento. Crediti: Nasa