Nonostante il recente rinvio delle prime missioni con equipaggio di Artemis, il programma lunare della Nasa prosegue spedito. L’agenzia statunitense ha infatti annunciato di aver selezionato i primi strumenti scientifici che saranno utilizzati sulla superficie lunare dagli astronauti di Artemis 3.
Questi strumenti, destinati al Polo Sud lunare, raccoglieranno dati in linea con i principali obiettivi scientifici del programma Artemis: comprendere i processi che regolano l’ambiente lunare, indagare le caratteristiche delle risorse lunari e valutare la sostenibilità di una presenza umana di lunga durata sulla Luna. Ma ecco quanto sappiamo al momento sugli strumenti scientifici selezionati dalla Nasa per Artemis 3.
Lunar Environment Monitoring Station (Lems)
Letteralmente, ‘stazione per il monitoraggio dell’ambiente lunare’. Si tratta di una suite sismometrica compatta e autonoma progettata per effettuare un monitoraggio continuo e a lungo termine del territorio lunare, in particolare del movimento del suolo dovuto ai terremoti nella regione polare meridionale della Luna. Lo strumento Lems analizzerà la struttura della crosta e del mantello lunare, aggiungendo informazioni preziose agli attuali modelli di formazione ed evoluzione lunare. Nei piani della Nasa, questo strumento è destinato a operare sulla superficie lunare da tre mesi a due anni, e potrebbe diventare una stazione chiave in una futura rete geofisica lunare globale.
Lunar Effects on Agricultural Flora (Leaf)
L’acronimo significa ‘foglia’, e questo strumento punta a studiare gli effetti dell’ambiente lunare sull’agricoltura spaziale. Sarà il primo esperimento a osservare la fotosintesi, la crescita e le risposte agli stress sistemici delle piante in condizioni di radiazione spaziale. I dati raccolti da Leaf aiuteranno gli scienziati a comprendere meglio la fattibilità dei progetti di coltivazione sulla Luna per l’alimentazione degli astronauti sul nostro satellite e durante le missioni di lunga durata.
Lunar Dielectric Analyzer (Lda)
Questo ‘analizzatore dielettrico lunare’ misurerà la capacità del regolite di propagare un campo elettrico, parametro fondamentale per la ricerca di volatili lunari, in particolare del ghiaccio. Lda raccoglierà informazioni essenziali sulla struttura del sottosuolo lunare, andando a caccia di eventuali formazioni di brina o depositi di ghiaccio. Lo strumento è supportato anche dall’agenzia spaziale giapponese Jaxa.
«Questi tre strumenti sono stati scelti per iniziare le indagini scientifiche che riguarderanno gli obiettivi scientifici chiave dalla Luna a Marte, commenta la vice amministratore della Nasa Pam Melroy. – Artemis segnerà una nuova e audace era di esplorazione, in cui la presenza umana amplificherà le scoperte scientifiche.»
Tutti e tre i payload sono stati selezionati dall’agenzia statunitense per essere ulteriormente sviluppati nei prossimi mesi. Gli strumenti voleranno con la missione Artemis 3, il cui lancio, in base alla nuova tabella di marcia dell’agenzia, è attualmente previsto per settembre 2026.
Continua intanto anche il contributo italiano al programma Artemis. Il più recente è la progettazione del futuro Centro di Simulazione e Controllo Missioni Robotiche Lunari, in fase di sviluppo alla sede Altec di Torino con il supporto dell’Agenzia Spaziale Italiana.
Video: i principali contributi dell’Italia al programma Artemis. Crediti: AsiTv
Immagine in apertura: rappresentazione artistica di un astronaut ache installa uno strumento scientifico sulla superficie lunare. Crediti: Nasa