La squadra di vedette che vigila sulla salute della Terra si sta per arricchire di due nuovi componenti: si tratta dei satelliti gemelli della missione Prefire (Polar Radiant Energy in the Far-InfraRed Experiment) della Nasa, che spiccherà il volo nella primavera del 2024. La missione, che ha come scopo l’analisi del rilascio di calore dai poli della Terra, è costituita da due cubesat; si tratta di piccoli satelliti dalle dimensioni simili a una scatola di scarpe che, nati in ambito universitario, si sono rivelati uno strumento di successo per la loro versatilità e i costi contenuti.

I cubesat in questione hanno a bordo ciascuno uno spettrometro termico a infrarossi, che include specchi e rilevatori per dividere e misurare la luce infrarossa; una tecnologia simile era stata già sperimentata durante la missione Mro (Mars Reconnaissance Orbiter) della Nasa con lo strumento Mars Climate Sounder. Prefire, sviluppata in collaborazione con l’Università del Wisconsin-Madison e con il coinvolgimento delle Università del Michigan e del Colorado, si fonda sul bilancio energetico Sole-Terra: si tratta dell’equilibro tra l’energia che il nostro pianeta riceve dal Sole e quella che rilascia nello spazio. La differenza tra la quantità di energia in entrata e in uscita determina la temperatura della Terra e ne influenza il clima.

In questo processo, il polo sud e il polo nord svolgono un ruolo chiave, comportandosi le alette di un radiatore. Il movimento dell’aria e dell’acqua – tramite le correnti atmosferiche e oceaniche – sposta l’energia che la Terra ha ricevuto nelle zone tropicali verso i poli da dove viene emessa sotto forma di radiazione termica infrarossa. Circa il 60% di questa energia – spiegano i tecnici della Nasa – scorre nello spazio in lunghezze d’onda del lontano infrarosso che non sono mai state misurate sistematicamente. Questa lacuna potrà essere colmata dal monitoraggio della missione Prefire, i cui dati potranno svelare nuovi dettagli sul ‘funzionamento’ della Terra ed essere poi impiegati per migliorare i modelli climatici.

In alto: elaborazione artistica dei cubesat Prefire (Crediti: Nasa, Jpl/Caltech)