Sono quasi tre anni che il rover Perseverance della Nasa perlustra Jezero, il cratere marziano che si ritiene abbia ospitato un lago e il delta di un fiume.

Alla ricerca di segni di vita biologica, il rover ha già raccolto decine di rocce in attesa che la futura missione Mars Sample Return, a cui partecipa anche l’Italia, le porti a Terra per analizzarle.

Ma mentre Perseverance osserva la superficie di Marte, lo strumento Rimfax (Radar Imager for Mars’ Subsurface Experiment) va più in profondità. «Per raccontare la storia geologica di un luogo, dobbiamo andare in profondità» ha spiegato David Paige, autore dello studio pubblicato sulla rivista Science Advances, vice ricercatore principale del Rimfax e professore all’Università di California (Ucla). Il radar di Perseverance invia onde radio verso il basso e misura gli impulsi riflessi da una profondità di 20 metri, creando così una mappa sotterranea del cratere.

 

Lo strumento ha trovato i sedimenti depositati dall’acqua che anticamente riempiva il cratere. Come sulla Terra, questi strati appaiono regolari e orizzontali. Dalle prime osservazioni sembra che si siano verificati due periodi distinti di deposizione.

Se la vita è esistita su Marte, i campioni di questi sedimenti ne porterebbero il segno.

 

Immagine in evidenza: illustrazione del cratere Jezero. Crediti: Nasa – video: il radar del rover Perseverance indaga a una profondità di 20 metri. – Crediti: E. Kim, D. Paige, Uuniversity of California Los Angeles