Stazione spaziale fino al 2030? Forse. Tutto dipende anche dagli avanzamenti di diversi progetti commerciali individuati dalla Nasa per garantire la presenza di umani in orbita terrestre bassa, Low Earth Orbit.
E seppure non si dovesse garantire la continuità tra l’attuale Iss e le nuove stazioni commerciali, non sarebbe “la fine del mondo”, affermano dalla Nasa.
Il rischio di un disallineamento esiste ma Phil McAlister, direttore della divisione spaziale commerciale della Nasa, ha dichiarato che l’agenzia non metterà a repentaglio la sicurezza degli umani a bordo e ha aggiunto che «…il vero rischio è di programma e stiamo facendo diverse cose per mitigarlo».
Mitigare il disallineamento tra il pensionamento della Iss previsto per il 2030 e l’ingresso in operatività di stazioni commerciali su cui stanno lavorando diverse aziende, tre delle quali – Axiom Space, Blue Origin e Voyager Space – hanno stipulato contratti o accordi con la Nasa per supportare il lavoro iniziale sulle loro stazioni, è il vero pensiero della Nasa che sottende la strategia dell’agenzia americana. Altre aziende hanno sottoscritto accordi non finanziati dello Space Act per assistenza ai loro piani di sviluppo per destinazioni commerciali all’interno del Commercial Leo Development (Cld) o stanno lavorando indipendentemente dalla Nasa.
Insomma, una politica di diversificazione tra vari scenari che non escludono o di estendere la data di pensionamento della ISS o di deorbitarla due anni prima, cioè nel 2028.
Ulteriore scenario si potrebbe considerare dove Crew Dragon di SpaceX e Starliner di Boeing, potrebbero ridurre l’impatto di un divario. Quei veicoli, ha detto McAlister, potrebbero essere equipaggiati con attrezzature di ricerca e materiali di consumo extra per consentire missioni di 10 giorni per una ‘ricerca mirata’. In questo caso, Starship di SpaceX, una versione con equipaggio di Dream Chaser di Sierra Space e un veicolo spaziale con equipaggio Blue Origin, noto come Space Vehicle, verrebbe incontro a questo scenario colmando qualsiasi lacuna.
Una valutazione più ficcante dello stato di avanzamento di sviluppo delle stazioni spaziali commerciali si avrebbe quando verranno assegnati i contratti di fase 2 per certificare tali stazioni e servizi di acquisto. La Nasa si aspetta che i contratti di fase 2 inizino nel 2026.
«E’ necessario attendere tra i sei mesi e un anno dal contratto di aggiudicazione per avere una vera comprensione di quale sarà il nostro programma», sottolinea McAlister.
In ogni caso, per avere una precisa valutazione del destino della Iss, si dovrà attendere anche l’aggiudicazione, prevista non prima del 2024, della disponibilità di un veicolo di deorbit per la Iss, conclude Robyn Gatens, direttore della Iss presso la sede della Nasa.
In apertura: la Stazione Spaziale Internazionale vista da una navicella spaziale Crew Dragon nel 2021. Credito: Nasa.