Ha un aspetto leggiadro, ma è destinato ad avere una vita breve – da un punto di vista astronomico – che lo vedrà dissolversi nell’arco di pochi milioni di anni: si tratta del protagonista del nuovo scatto del telescopio Webb, che questa volta ha immortalato HH 212, un’entità classificata come ‘oggetto di Herbig Haro’.

L’oggetto in questione si trova a circa 1300 anni luce di distanza dalla Terra, nella costellazione di Orione e, precisamente, vicino alle tre stelle scintillanti che ne costituiscono la cosiddetta ‘Cintura’. HH 212 si è presentato allo sguardo elettronico del telescopio Nasa-Esa-Csa come un’estesa macchia che emerge dallo sfondo scuro dello spazio con il suo rosa intenso; nello specifico, l’immagine è stata realizzata con i dati raccolti dallo strumento NirCam (Near Infra-Red Camera).

HH 212 è apparso nei pressi di una stella ai suoi albori (al massimo può avere 50mila anni), ancora impegnata nel suo processo di formazione, ed è appunto un fenomeno transitorio: svanirà quando l’astro sarà completamente sbocciato e spazzerà via le emissioni di materiale dai suoi dintorni. Gli oggetti come HH 212, pur mostrandosi con una certa varietà di forme, seguono uno schema-base che alla fine è simile per tutti: getti gemelli di gas, che vengono appunto emessi in direzioni opposte da un astro nascente.

La protostella, che secondo gli studiosi potrebbe essere come il nostro Sole quando muoveva i primi passi, non è visibile ed è avvolta in un denso disco di gas e polvere che ruota vorticosamente. I due getti che caratterizzano HH 212 devono la loro colorazione all’idrogeno molecolare, sono pressoché simmetrici e mostrano la presenza di onde d’urto; l’ultima di esse, verso destra, mostra una struttura più diffusa, dovuta alla differente densità del gas e delle polveri incontrati in quel tratto di spazio.

La dettagliata immagine realizzata dal Webb è il capitolo più recente di una lunga attività di ricerca dedicata a HH 212: gli astronomi, infatti, tengono d’occhio questo oggetto da ben 30 anni per verificarne i cambiamenti. Lo studio degli oggetti HH è abbastanza recente: il primo ad osservarli è stato l’astronomo americano Sherburne Wesley Burnham verso la fine del XIX secolo. Tuttavia, bisognerà attendere i primi anni ’50 del ‘900 per avere un quadro più dettagliato del fenomeno: a indagarlo a fondo sono stati lo statunitense George Herbig e il messicano Guillermo Haro, dai quali questi oggetti hanno poi tratto il nome.

L’immagine di HH 212 va ad arricchire una nutrita ‘galleria’ di ritratti spaziali, inaugurata dal telescopio con il suo scatto di debutto avvenuto il 12 luglio 2022.

In alto: l’oggetto di Herbig Haro 212 visto dal telescopio Webb (Crediti: Nasa/Esa/Csa, M. McCaughrean e S. Pearson)