Analizzando i dati ottenuti dal radiotelescoipio Askap dell’agenzia scientifica nazionale australiana (Csiro), un gruppo internazionale di astronomi ha identificato due potenziali galassie ad anello polare. Queste strutture sono caratterizzate da un anello esterno composto da gas e stelle che ruota perpendicolarmente al disco principale a spirale, ossia il piano galattico della galassia.
Una delle ipotesi principali sulla formazione degli anelli chiama in causa la fusione di galassie: quando una galassia più grande ‘inghiotte’ una più piccola, il materiale di quest’ultima viene strappato gravitazionalmente dando così origine all’anello polare nel nuovo ammasso.
Fino a oggi si riteneva che le galassie ad anello polare non fossero molto numerose nel cosmo, ma la scoperta di due nuove candidate suggerisce, ora, che questi straordinari ammassi rari potrebbero essere più comuni di quanto si pensasse.
Lo studio è pubblicato su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society.

Proprio in quanto si pensa che le galassie ad anello polare siano il frutto della fusione galattica, il loro studio potrebbe fornire informazioni importanti per comprendere l’evoluzione delle strutture galattiche, ma non solo: gli anelli polari potrebbero essere anche utilizzati per sondare la forma della materia oscura all’interno della galassia ospite, fornendo potenzialmente nuovi indizi sulle proprietà di questa materia misteriosa.

Le due nuove candidate sono state individuate analizzando le mappe realizzate per la distribuzione dell’idrogeno gassoso in oltre 600 galassie nell’ambito dell’indagine Wallaby del radiotelescopio Askap. Questa è la prima volta in assoluto che il telescopio di Csiro scova una potenziale galassia ad anello polare.

«Questi risultati suggeriscono che dall’uno al tre per cento delle galassie vicine potrebbero avere anelli polari gassosi, una percentuale molto più alta di quella suggerita dai telescopi ottici», afferma l’autore principale dell’articolo Nathan Deg.

Il radiotelescopio di Csiro ha permesso la visualizzazione della componente fredda dell’idrogeno gassoso, invisibile all’occhio umano. Le sottili sfumature di colore nell’anello visibili nell’immagine, le quali nascono dall’unione dei dati Askap alle osservazioni ottiche e infrarosse del telescopio Subaru, rappresentano i movimenti orbitali del gas. Le tinte violacee nella parte inferiore tracciano il gas in movimento verso l’osservatore, ossia il telescopio, mentre nella parte superiore il gas si sta allontanando.

Il prossimo passo del team, che vanta oltre 25 collaboratori da ogni parte del mondo, è quello di confermare la scoperta delle galassie ad anello polare attraverso ulteriori osservazioni con diversi telescopi, tra cui il radiotelescopio MeerKat in Sudafrica.

Immagine in evidenza e qui sopra: la potenziale galassia ad anello polare NGC 4632. L’immagine mostra un anello gassoso che circola perpendicolarmente al disco principale a spirale della galassia. Crediti: Jayanne English (U. Manitoba), Nathan Deg (Queen’s U.) & Wallaby Survey, Csiro / Askap, Naoj / Subaru Telescope