È passato quasi un anno dallo storico impatto della sonda Dart con il suo asteroide bersaglio. Nella notte tra il 26 e il 27 settembre 2022, la sonda della Nasa si è schiantata con successo su Dimorphos, satellite naturale dell’asteroide Didymos, modificandone la traiettoria. L’impatto, documentato dal cubesat dell’Agenzia Spaziale Italiana LiciaCube, è stato il primo test di difesa planetaria.

Nel corso delle settimane e dei mesi successivi, scienziati di tutto il mondo hanno analizzato i dati raccolti da Dart e da LiciaCube, confermando la deviazione dell’orbita di Dimorphos e l’espulsione di diverse tonnellate di roccia dalla superficie del piccolo oggetto celeste. L’asteroide è stato monitorato anche da osservatori d’eccezione, come il Very Large Telescope, Hubble e Webb.

Ora un team di ricerca guidato dalla Thacher School in California ipotizza che possa esserci stato anche un impatto più a lungo termine su Dimorphos. Utilizzando un telescopio situato al Thacher Observatory, gli scienziati hanno analizzato il periodo orbitale di Dimorphos circa un mese dopo lo scontro con Dart, trovando un rallentamento di circa un minuto.

Come già dimostrato dai dati raccolti in precedenza, l’impatto di Dart ha diminuito il periodo orbitale di Dart di circa 33 minuti. I nuovi dati sembrano mostrare un’ulteriore rallentamento del periodo orbitale di un minuto: arriverebbe quindi a 34 minuti la diminuzione totale del periodo orbitale di Dimorphos.

Lo studio, al momento pubblicato dall’American Astronomical Society come Research Note, ipotizza che l’impatto di Dart sull’asteroide possa dunque aver avuto anche un effetto a lungo termine, riscontrabile appunto nell’ulteriore rallentamento dell’orbita di Dimorphos. Serviranno però nuove osservazioni per confermare quest’ipotesi, e per verificare fino a che punto la sonda della Nasa abbia modificato la traiettoria dell’asteroide.

«Questo risultato – commenta Angelo Zinzi, Project Scientist Asi di LiciaCube – è degno di nota soprattutto per l’iniziativa della scuola coinvolta, che ha fatto in modo che degli studenti, certamente non professionisti dell’astronomia, potessero ottenere un periodo di rivoluzione ragionevole di Dimorphos intorno a Didymos applicando delle procedure standard e seguendo un percorso chiaro per mostrare alla comunità i loro risultati. Tali iniziative sono certamente quelle che maggiormente fanno avvicinare il pubblico alle attività di ricerca, mostrando che queste non sono solo alla portata di chi fa questa attività per lavoro». Un approccio promosso dalla stessa Agenzia Spaziale Italiana, che attraverso diverse attività promuove l’educazione e la diffusione della cultura scientifica.