Tutto Marte in un colpo d’occhio e navigabile. Occasione unica per studenti, docenti e appassionati che potranno curiosare tra crateri da impatto e tracce dei diavoli di polvere o dust devil, le cui immagini sono state raccolte in una mappa interattiva, composta con più di centodiecimila immagini della sonda Mars Reconnaissance Orbiter (Mro) della Nasa.

Sei anni e decine di migliaia di ore di lavoro per il team del Bruce Murray Laboratory for Planetary Visualization dell’Istituto Caltech, per una visione navigabile dell’intero Pianeta Rosso.

Il Global Ctx Mosaic of Mars raccoglie 5,7 trilioni di pixel e, se stampato, sarebbe tanto grande da coprire il Rose Bowl Stadium di Pasadena, in California, il sesto stadio più grande al mondo.

Credit: NASA/JPL-Caltech/MSSS

Partendo da tutto quanto è stato ripreso da Mro, entrata nell’orbita di Marte nel 2006, la sua fotocamera Ctx ha documentato quasi tutto il Pianeta Rosso e, come in un puzzle, ha cominciato a creare mappe. Per ciascuna di esse è stato necessario effettuare il download e procedere con una selezione di immagini; questo passaggio è stato necessario per uniformare la visione con scatti di luoghi marziani con le stesse condizioni di illuminazione e cieli sereni.

Jay Dickson, che ha guidato il progetto ed è il responsabile del Murray Lab, ha utilizzato un algoritmo per abbinare le immagini in base alle caratteristiche fotografate. Ha unito manualmente le restanti 13.000 immagini che l’algoritmo non poteva abbinare. Le lacune rimanenti nel mosaico rappresentano parti di Marte che non erano state riprese da Ctx prima che Dickson iniziasse a lavorare a questo progetto. La ricostruzione ha interessato anche aree oscurate da nuvole o polvere.

«Volevo qualcosa che fosse accessibile, con l’obiettivo di abbassare le barriere per tutti gli interessati a esplorare Marte», ha commentato Dickson.

La visione interattiva di “Global Ctx Mosaic of Mars” consente a chiunque disponga di una connessione Internet di esplorare il Pianeta Rosso, saltando da un cratere all’altro o navigando tra dust devil, immortalati anche dallo strumento Cassis (Colour and Stereo Scientific Imaging System).

Cassis, fotocamera montata a bordo di Trace Gas Orbiter (Tgo, sonda della missione ExoMars), è capace di ottenere immagini stereoscopiche ad alta risoluzione ed è stata realizzata dall’Università di Berna con il contributo dell’Inaf (Istituto nazionale di astrofisica), dell’Osservatorio Astronomico di Padova e dell’Agenzia Spaziale Italiana.

 In apertura: il Global Ctx Mosaic of Mars  che consente agli scienziati e al pubblico di esplorare il pianeta come mai prima d’ora. Crediti: Nasa/Jpl-Caltech/Msss.