La materia oscura, ormai lo sappiamo, non è visibile. Eppure sembra che componga circa l’85 per cento dell’Universo e per cercare di misurarla bisogna analizzare i suoi effetti.

Un gruppo di studiosi giapponesi, guidati da Kaiki Taro dell’Università di Kindai, è riuscita a registrare delle fluttuazioni nella distribuzione della materia oscura osservando con un sistema di lenti gravitazionali un nucleo galattico attivo, il quasar Mg J0414+0534 che si trova nella direzione della costellazione del Toro.

Lo studio è stato condotto con l’utilizzo di Alma (Atacama Large Millimeter/submillimeter Array), l’interferometro cileno dell’Eso, ed è stato pubblicato su The Astrophysical Journal.

Con il sistema della lente gravitazionale, prodotto da una galassia massiccia situata tra il punto di osservazione e il quasar, l’emissione radio di quest’ultimo forma non una ma quattro immagini visibili con il colore bianco e blu. Il calcolo della distribuzione della materia oscura invece è mostrato in arancione: le regioni più luminose indicano concentrazioni più elevate e quelle scure concentrazioni più basse.

I risultati della ricerca, oltre a rilevare la distribuzione della materia oscura con dettagli mai visti prima e fino a una scala di 30mila anni luce, coincidono con i modelli dedicati alle particelle ‘fredde’, o che si muovono lentamente.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Immagine di copertina: diagramma concettuale di osservazione

Immagine finale: la fluttuazione della materia oscura attraverso la lente gravitazionale – Crediti: Alma (Eso/Naoj/Nrao), K.T. Inoue