Cresce la squadra di ‘sguardi elettronici’ in grado di vegliare sull’eccessiva proliferazione delle alghe: infatti, un recente studio ha dimostrato che uno degli strumenti a bordo del satellite Sentinel 5P del programma europeo Copernicus può essere proficuamente utilizzato per controllare questo fenomeno, pur essendo stato concepito per monitorare la qualità dell’aria. La ricerca, coordinata dal Jet Propulsion Laboratory della Nasa, è stata pubblicata su Geophysical Research Letters (articolo: “First Light Demonstration of Red Solar Induced Fluorescence for Harmful Algal Bloom Monitoring”) e illustra l’inedito ed efficace utilizzo dello strumento Tropomi (Tropospheric Monitoring Instrument) di Sentinel 5P.
L’esplosione delle fioriture algali – fenomeno connesso al cambiamento climatico – può interessare sia le acque marine costiere, sia quelle interne, come i laghi, e produrre conseguenze dannose per la fauna, la salute dell’uomo e le attività economiche. Le fioriture sono fenomeni naturali, che però possono assumere dimensioni preoccupanti in presenza di determinate condizioni, come l’aumento della temperatura dell’acqua e l’accumulo di sostanze inquinanti, soprattutto di origine agricola, che fungono da nutrienti per questi vegetali.
L’utilizzo di satelliti per vigilare sulle alghe è una prassi consolidata da molti anni. Anche in questo caso, lo spazio costituisce un punto di vista privilegiato rispetto ai rilievi in loco, in quanto consente di osservare aree molto vaste con una maggiore frequenza. La tecnica di osservazione più comune si basa sullo spettro visibile per misurare il colore dell’oceano; questo approccio, però, è limitato dalle condizioni meteorologiche che richiedono il cielo sereno.
Gli autori del saggio hanno analizzato le massicce fioriture algali che hanno interessato le coste occidentali della Florida nel 2020, provocando danni molto seri alla fauna (circa 2mila tonnellate di pesci e altri animali marini morti), alle attività economiche connesse al mare (turismo e pesca) e alla salute delle comunità costiere (incremento dei casi di asma). Il gruppo di lavoro, consultando i dati di Tropomi, si è reso conto che questo strumento può essere un ottimo alleato per controllare le alghe perché è in grado di compiere osservazioni anche in presenza di nubi; infatti, gli ‘occhi’ di questo dispositivo erano riusciti a cogliere i primi segnali della fioritura della Karenia brevis, l’alga tossica che ha invaso le acque della Florida nel 2020.
Questo organismo vegetale emette un tenue bagliore rosso, chiamato ‘fluorescenza solare indotta’ (Sif, Solar Induced Fluorescence), che può essere rilevato da alcuni tipi di strumenti satellitari tra cui appunto Tropomi. Gli studiosi, analizzando le informazioni sulle coste della Florida raccolte dal dispositivo tra il 2018 e il 2020, hanno notato che è stato capace di raccogliere circa il doppio dei dati sulla Sif della Karenia brevis rispetto a strumenti che impiegano il metodo del colore.
Secondo gli studiosi, individuare i primi segni di queste proliferazioni è fondamentale per intervenire tempestivamente e cercare di arginarne le conseguenze. Il gruppo di lavoro, infine, ha evidenziato che Tropomi può essere utilizzato ancor più efficacemente in sinergia con lo spettroradiometro Modis (Moderate Resolution Imaging Spectroradiometer), installato a bordo dei satelliti Aqua e Terra della Nasa.
In alto: le coste della Florida viste da Modis (Crediti: Nasa)