Il James Webb Space Telescope continua il suo incessante lavoro alla scoperta dei misteri del cosmo. Questa volta il campione di osservazione spaziale della Nasa ha puntato gli occhi su una delle supernove più note agli astronomi, Sn 1987A. Situata a 168mila anni luce di distanza, nella Grande Nube di Magellano, Sn 1987A è stata oggetto di studio fin dalla sua scoperta, nella notte tra il 23 e il 24 febbraio 1987, quando è stato possibile osservare la stella collassare in supernova. L’esplosione è stata talmente energetica da essere visibile per qualche tempo persino a occhio nudo.
In 36 anni, Sn 1987A è stata indagata in ogni dettaglio, anche se i suoi segreti non sono stati ancora svelati del tutto. Ed è qui che è entrato in gioco il Webb. Grazie alla sua NIRCam (Near-Infrared Camera), il Jwst ha permesso di rivelare una nuova struttura della supernova 1987A. Si tratta di una formazione simile a un buco della serratura (visibile in azzurro nell’immagine), corrispondente a un concentrato di polveri e gas espulsi dall’esplosione della supernova. La polvere è così densa che nemmeno la luce del vicino infrarosso rilevata da Webb riesce a penetrarvi, dando così forma al ‘buco’ scuro della serratura. Un anello equatoriale luminoso circonda la serratura interna, formando una fascia che collega due deboli bracci di anelli esterni.
L’anello equatoriale, formato da materiale espulso decine di migliaia di anni prima dell’esplosione della supernova, contiene punti particolarmente caldi e luminosi, apparsi quando l’onda d’urto della supernova ha colpito l’anello.
I nuovi dettagli immortalati dal Webb forniscono uno sguardo senza precedenti su Sn 1987A, che potrebbe aiutare gli astronomi a comprendere meglio il drammatico processo cosmico che porta alla morte di una stella.
La telecamera NIRCam (Near-Infrared Camera) della Webb ha catturato questa dettagliata immagine di Sn 1987A (Supernova 1987A). Al centro, il materiale espulso dalla supernova forma una specie di buco della serratura. Alla sua sinistra e alla sua destra si trovano deboli mezzelune. Al di là di esse, un anello equatoriale, formato da materiale espulso decine di migliaia di anni prima dell’esplosione della supernova, contiene punti caldi luminosi. All’esterno c’è un’emissione diffusa e due deboli anelli esterni. Crediti: Nasa, Esa, Csa, M. Matsuura (Università di Cardiff), R. Arendt (Nasa Goddard Spaceflight Center & Università del Maryland, Baltimore County), C. Fransson (Università di Stoccolma) e J. Larsson (Kth Royal Institute of Technology). Elaborazione delle immagini: A. Pagan