Un team di astronomi dell’Università di Sydney ha individuato, per la prima volta, che la forma di una galassia viene influenzata dalla sua rotazione. Lo studio, pubblicato su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society è stato condotto grazie ai dati di Sami (Sydney-Aao Multi-object Integral field unit), uno strumento sviluppato grazie al co- finanziamento del centro di eccellenza per l’astrofisica australiano Caastro.

SAMI ha fornito informazioni dettagliate sul movimento dei gas e delle stelle all’interno delle galassie, esaminandone 13 alla volta e riuscendo a raccogliere dati sufficienti su un gran numero di esse. «Abbiamo misurato in modo preciso in che modo la forma di una galassia viene influenzata dalle sue proprietà, in questo caso dalla velocità di rotazione», spiega Caroline Foster dell’Università di Sydney. Foster e gli altri ricercatori hanno utilizzato un campione di 845 galassie, un numero tre volte maggiore di quello impiegato da studi precedenti. Secondo i risultati dello studio, un campione così vasto da analizzare può aiutare a definire la forma delle galassie.

Le galassie possono essere catalogate in base alla loro morfologia o forma apparente e quelle che ruotano velocemente – si legge nella ricerca – sono più piatte di quelle che si muovono a velocità inferiore. Nello specifico, lo studio evidenzia che tra le galassie a spirale che hanno dischi di stelle quelle che ruotano velocemente hanno più dischi circolari. Dato che la forma di un ammasso galattico è il risultato di eventi accaduti nel suo passato come la fusione, la conoscenza della sua forma fornisce dettagli importanti sulla sua evoluzione.