Gli astronomi hanno puntato al cuore di un potentissimo quasar per osservare cosa accade all’interno di queste ‘sorgenti quasi stellari’ e come interagiscono con l’ambiente circostante.
Si tratta di J1144, ospite di una galassia a 9,6 miliardi di anni luce dalla Terra, tra le Costellazioni del Centauro e dell’Idra.
I ricercatori hanno combinando i dati di quattro osservatori spaziali e pubblicato i risultati su Monthly Notice of the Royal Astronomical Society.
Tra gli oggetti più brillanti e distanti dell’universo conosciuto, i quasar sembrano alimentati dalla caduta di gas e polvere in un buco nero supermassiccio il cui attrito genererebbe la loro luminosità.
Per avere un’idea della potenza di questa sorgente, ci si può servire del Sole come metro di misura: J1144 è 100mila miliardi di volte più luminosa, mentre la sua temperatura è 60mila volte quella rilevata sulla superficie del Sole. La massa del buco nero al suo interno è, invece, 10 miliardi di volte quella del Sole e cresce di circa 100 masse solari all’anno.
Una caratteristica di questa potente sorgente è la variabilità della sua luce. Ci vorrebbero mesi o anni per osservare la variazione di luminosità generata da un buco nero dalle dimensioni simili a quello contenuto dal nostro quasar, eppure la luce a raggi X di J1144 muta nel giro di pochi giorni. Le osservazioni, inoltre, hanno mostrato che mentre una parte del gas viene inghiottita dal buco nero, un’altra è espulsa sotto forma di potenti correnti che introducono enormi quantità di energia nella galassia ospite.
Inizialmente osservato nella luce visibile dallo SkyMapper in Australia, il team ha poi utilizzato lo Spectrum-Roentgen-Gamma (Srg), un osservatorio russo tedesco lanciato nel 2019, il telescopio Xmm-Newton dell’Esa, lanciato nel 1999 e ancora operativo, e il Nuclear Spectroscopic Telescope Array (NuStar) e il Neil Gehrels Swift Observatory della Nasa.
A giugno inizierà una nuova campagna di monitoraggio di J1144 che potrebbe rivelare altre sorprese su questa fonte unica.
Immagine in evidenza: illustrazione di un quasar – Crediti: NoirLab, Nsf, Aura, J. da Silva