Sono come due bolle di sapone gonfiate nel mezzo intergalattico, sopra e sotto il centro della Via Lattea. Si chiamano bolle di eRosita, due gigantesche strutture gassose talmente simmetriche da sembrare un singolo rigonfiamento che si specchia attraverso il nostro disco galattico.

Scoperte nel 2020 dalla prima mappatura completa dell’Universo realizzata dal telescopio russo-tedesco eRosita, la loro origine è da allora al centro di un dibattito inconcluso, che vede contrapporsi due grandi ipotesi su cosa abbia generato il deflusso di energia responsabile del loro gonfiamento: SgrA*, ossia il buco nero supermassiccio al centro della nostra galassia, oppure uno starburst nucleare, cioè una formazione stellare assai prolifera a seguito dell’esplosione di una stella in una supernova.

La prima ipotesi è stata avvalorata da una ricerca pubblicata su Nature Astronomy nel 2022. Questo studio ha suggerito che le bolle di eRosita siano il risultato di potenti getti emessi da SgrA*: il deflusso di energia sarebbe causato dal materiale non divorato dal supermassiccio e rigettato nello spazio circostante, creando così le grandi bolle. Anche le bolle di Fermi, strutture enormi che emettono radiazioni gamma e contenute nelle bolle di eRosita, avrebbero avuto la stessa origine.
Il getto proveniente dal centro galattico spiegherebbe, inoltre, la precisa simmetria rispetto al centro della Via Lattea di tutte queste strutture. Secondo questa spiegazione, le bolle di eRosita dovrebbero, dunque, risultare riscaldate dall’urto del gas che si espande verso l’esterno della galassia.

Proprio questa ultima conclusione viene ora smontata da un nuovo studio, guidato dalla Ohio State University e pubblicato su Nature Astronomy. Analizzando 230 osservazioni d’archivio effettuate tra il 2005 e il 2014 dal satellite Suzaku, missione frutto della collaborazione tra Nasa e Jaxa, i ricercatori hanno scoperto che la temperatura del gas nelle bolle di eRosita non è significativamente diversa da quella dell’ambiente esterno. Questo riscontro se, da un lato, smonta l’ipotesi a favore di SgrA*, dall’altro, è risultato in contraddizione con la maggiore emissione di raggi X riscontrata nei gusci delle due bolle gassose rispetto al mezzo intergalattico. La spiegazione fornita dal team vede, tuttavia, questa luminosità causata non tanto dalle alte temperature del gas che riempie le bolle bensì dalla sua estrema densità.

Inoltre, analizzando l’abbondanza degli elementi neon e magnesio in rapporto all’ossigeno, lo studio ha fornito prove a favore di un deflusso generato da un’attività nucleare di formazione stellare, o dall’iniezione di energia da parte di stelle massicce e altri tipi di fenomeni astrofisici, come causa originaria delle bolle di eRosita.

Non resta dunque che attendere nuove prove o ulteriori smentite per capire se il dibattito sull’origine di queste misteriose bolle abbia effettivamente trovato nell’ipotesi dello starburst nucleare l’ultima risposta definitiva.

 

Immagine in evidenza: immagine della Via Lattea con le bolle di eRosita e Fermi realizzata grazie ai dati della missione Gaia. Crediti: Esa/Gaia/Dpac