Minor consumi, costi inferiori e una migliore gestione degli spazi. Sono in estrema sintesi i vantaggi che si avrebbero con un equipaggio completamente al femminile in una missione spaziale.

A suggerirlo è una recente ricerca dello Space Medicine Team di Esa che ha stimato il fabbisogno energetico, sia a riposo sia durante esercizi fisici, di un team composto da 4 astronaute donne, conformi con gli attuali requisiti dell’agenzia. Lo studio, che segue una precedente indagine realizzata su un equipaggio completamente maschile, fa emergere che, a parità di statura, la massa corporea inferiore di un’astronauta donna comporta una riduzione del consumo di acqua e di ossigeno, così come una minor produzione di CO2 e di calore metabolico.
Rispetto a un collega di sesso maschile, il dispendio energetico totale è risultato nettamente inferiore nelle donne, con differenze relative che vanno dal 5% al 29% in meno. Per una donna con una statura di 1,6m, ossia l’altezza media femminile negli USA, il risparmio arriva fino al 41%.
Nelle missioni in microgravità di lungo periodo, il corpo delle donne risulta più efficiente soprattutto negli esercizi di contro-misura effettuati quotidianamente per contrastare gli effetti fisiologici dell’assenza di peso. In ciascun esercizio aerobico, un’astronauta donna perde, infatti, il 29% in meno di acqua attraverso la sudorazione, necessitando quindi minor liquidi per reidratarsi.
In generale, la grande differenza tra una donna e un uomo sta nei minori requisiti di ossigeno a riposo e durante l’esercizio fisico, dovuti a un peso più leggero, a parità di statura, e a valori inferiori di VO2max, ossia il volume massimo di ossigeno che si può consumare per contrazione muscolare.

Pubblicato su Scientific Reports, il lavoro ha inoltre calcolato, per una ipotetica missione spaziale di 1080 giorni, il consumo alimentare di un equipaggio femminile: quasi 1700 kg di cibo in meno rispetto a un team tutto maschile. Considerando che il trasporto di carichi utili alla Stazione Spaziale Internazionale oggi costa 93.400 dollari al kg, il ‘carrello della spesa’ più leggero per le donne permetterebbe un risparmio economico di 158 milioni di dollari in poco meno di 3 anni.

A questo guadagno si aggiungerebbe un vantaggio in termini di immagazzinamento: lo studio, ha infatti stimato che lo spazio liberato dagli imballaggi alimentari con un equipaggio femminile sarebbe di circa 2,3 m³, l’equivalente del 4% del modulo abitativo destinato all’equipaggio sulla futura stazione lunare Gateway.

Rispetto alla Iss, dove gli astronauti hanno spazio sufficiente per stare in piedi e lavorare spalla a spalla o schiena contro schiena, la futura stazione lunare avrà spazi più ridotti e un ambiente meno ergonomico per il lavoro congiunto di più membri dell’equipaggio. Un ulteriore fattore che renderebbe preferibile team interamente femminili nelle future missioni di esplorazione umana dello spazio.