Abbattere tempi e costi di produzione mantenendo alti gli standard di sicurezza: è questa la sfida da vincere per le nuove generazioni di lanciatori. Lo sa bene la Relativity Space che lo scorso 23 marzo ha lanciato, dalla base Nasa di Cape Canaveral in Florida, Terran 1, un razzo costituito all’85 percento da parti stampate in 3D. I motori del lanciatore della Relativity Space, in grado di portare in orbita bassa payload fino a 1250 chili,  sono stati realizzati con una speciale lega in rame, ideata dall’agenzia spaziale americana e ottimizzata per resistere al calore e agli urti.

La lega, denominata GRCop-42, è stata prodotta presso il Glenn Research Center, è caratterizzata da un’elevata conduttività termica, ed è in grado di tollerare temperature fino al 40 percento superiori rispetto alle tradizionali leghe di rame.

Nello specifico i componenti vengono prodotti incollando i vari strati, un processo che permette di aumentare la resistenza. Inoltre è possibile realizzare parti finemente dettagliate come gli ugelli e i canali di raffreddamento, utilizzati all’interno delle camere di combustione.

Lo sviluppo di GRCop-42 è stato possibile grazie al  Rampt (Rapid Analysis and Manufacturing Propulsion Technology) un programma che promuove metodi di produzione su larga scala e a basso costo.

In futuro la Nasa continuerà a sviluppare ulteriori elementi per motori stampati in 3D che potranno essere utilizzati a bordo dei razzi diretti sulla Luna e su Marte.

Crediti immagine: Nasa