A livello globale, le principali emissioni di anidride carbonica provengono da centrali elettriche, impianti industriali, veicoli e incendi per poi diffondersi attraverso i continenti e gli oceani. Queste fonti, insieme ad altre attività umane come quelle minerarie, contribuiscono in modo significativo all’accumulo atmosferico di CO2, il principale gas serra responsabile dell’aumento delle temperature sulla Terra.

In una nuova mappa globale realizzata dallo Scientific Visualization Studio della Nasa, i dati satellitari elaborati da Geos – un modello meteorologico ad alta risoluzione – ci mostrano il movimento e la densità dell’anidride carbonica, sospinta dai venti e dalla circolazione delle correnti, nell’atmosfera terrestre da gennaio a marzo 2020.

La mappa sembra pulsare: il motivo risiede nel comportamento di piante, alberi e incendi che cambia tra il giorno e la notte. Durante il giorno, le piante assorbono CO2 dall’atmosfera e producono ossigeno attraverso la fotosintesi. Di notte, in assenza di luce solare, consumano l’ossigeno e rilasciano CO2 attraverso la respirazione.

Anche gli incendi seguono un ciclo giornaliero: di solito si intensificano durante il giorno a causa di temperature più elevate e umidità più bassa che favoriscono la combustione, e si attenuano di notte.

L’anidride carbonica è presente ovunque nell’atmosfera. Pur non essendo dannosa per la qualità dell’aria, se immessa in grandi quantità favorisce un riscaldamento della Terra eccessivo e troppo veloce, come mostra questa immagine che indica il 2023 come l’anno più caldo mai registrato, aggiungendosi alla lista dei 10 più caldi dell’ultimo decennio.

 

Crediti video: Goddard Space Flight Center, Scientific Visualization Studio, Jet Propulsion Laboratory della Nasa