C’è una categoria di stelle che emette una luce più discontinua rispetto alle altre. Sono le stelle Agb, in termini scientifici, le stelle del ramo asintotico delle giganti rosse.

Sono quindi stelle giganti, alla fine della loro vita, con una piccola massa più fredda rispetto alle stelle giovani con massa simile. La perdita di massa nel tempo, genera una grande quantità di polvere, cioè di elementi metallici che portano alla formazione di oggetti solidi inclusi i pianeti. Per questo motivo, un gruppo di scienziati dell’Istituto di astronomia dell’Università di Tokyo, guidata da Kengo Tachibana ha svolto un’indagine a lungo termine sull’intensità variabile delle stelle Agb. I risultati, presentati sulla rivista Publications of the Astronomical Society of Japan, mostra una connessione tra la concentrazione di polvere e la variabilità della luminosità delle stelle.

I ricercatori hanno unito i dati di tre telescopi capaci di osservare la luce infrarossa: il James Webb di ultima generazione, lanciato nel 2021 e frutto della collaborazione di Nasa, Esa e Csa, l’Akari, lanciato da Jaxa nel 2006 e il Wise della Nasa partito nel 2009.

«Per chi studia le stelle, la loro luce infrarossa è una fonte chiave d’informazioni che ci aiuta a scoprire i loro segreti – ha detto Tachibana – Fino a poco tempo fa, la maggior parte dei dati in infrarosso proveniva da analisi di brevi periodi a causa della mancanza di piattaforme avanzate dedicate. Ma ora che possiamo osservare periodi di tempo più lunghi, abbiamo rivolto la nostra attenzione a una certa classe di stelle, note come Agb, interessanti perché sono le principali produttrici di polvere interstellare».

Il team si è concentrato su 169 stelle, confermando l’ipotesi che ci fosse qualcosa da scoprire. «La luce degli Agb varia in periodi di diverse centinaia di giorni. Abbiamo anche scoperto che gli involucri sferici di polvere, prodotti e poi espulsi da queste stelle, hanno concentrazioni di polvere che variano al passo con i cambiamenti di luminosità delle stelle» ha spiegato Tachibana.

Le intenzioni del gruppo di ricerca sono di continuare a monitorare le Agb per comprendere anche i meccanismi alla base della produzione di polvere. Intanto, in Cile, proprio l’Università di Tokyo, sta completando la costruzione di un telescopio terrestre a infrarossi nel deserto di Atacama.

Immagine in apertura: illustrazione di una stella Agb – Crediti: Miyata, Tachibana