Più vicino al Big Bang di ogni altra osservazione astronomica finora realizzata. Il James Webb ha scoperto le quattro galassie più distanti mai osservate, spingendosi quasi fino all’alba dell’universo, dove nessun telescopio è riuscito a guardare fino a oggi.
La più lontana delle 4 galassie individuate dal Webb si è formata, infatti, appena 320 milioni di anni dopo il Big Bang, a un battito di ciglia dall’inizio della storia dell’universo.

Tutte e quattro le galassie scoperte dal telescopio Nasa, Esa e Csa risalgono a 300-500 milioni di anni dopo la nascita del cosmo, quando l’universo aveva appena il 2% della sua età attuale. Questo periodo coincide con le prime fasi dell’epoca della reionizzazione, ossia quando il gas intergalattico da neutro diventa ionizzato e, come si pensa, nascono le prime stelle.

La scoperta delle 4 primissime galassie, confermata dall’analisi spettroscopica della loro radiazione emessa, vede un primo e un secondo lavoro pubblicati entrambi su Nature Astronomy. I risultati delle ricerche dimostrano la rapida comparsa delle prime generazioni di galassie durante l’alba cosmica. Prossime analisi più approfondite saranno fondamentali per comprendere anche le condizioni fisiche e i processi che hanno portato alla formazione delle prime stelle.

Jades-GS-z13-0, così si chiama la galassia più lontana scoperta dal Webb, è stata scovata a 320 milioni di anni dopo il Big Bang: questa è ora la distanza maggiore mai osservata dagli astronomi.
Questa più lontana e le altre tre galassie sono state individuate grazie allo strumento NirCam a bordo di Webb, sfruttando la sua capacità di captare la luce dall’universo più remoto. La radiazione emessa dalle prime galassie viene, infatti, allungata dall’espansione dell’universo e spostata, durante il suo viaggio verso la Terra, nella regione infrarossa dello spettro luminoso: questo fenomeno viene chiamato redshift.

Le ricerche sono rilevanti anche perché mostrano come queste quattro galassie, tra le prime del cosmo, siano caratterizzate da una massa stellare molto bassa, ciascuna con un peso equivalente a circa cento milioni di masse solari.
Tuttavia, i ricercatori hanno individuato un processo inaspettato: esse risultano, infatti, molto attive nella formazione di stelle in proporzione alla loro massa.

«Si stanno formando più o meno alla stessa velocità della Via Lattea, una velocità sorprendente per un Universo così giovane», afferma Stephane Charlot, ricercatore presso l’Istituto di astrofisica di Parigi e coautore dei due nuovi studi.

Le 4 galassie scoperte dal Webb risultano, inoltre, molto povere di metalli, un riscontro in linea con il modello standard cosmologico con cui spieghiamo l’evoluzione dell’universo e delle strutture che lo compongono.

Queste quattro galassie sono state individuate dal Webb nei suoi primi mesi di attività. Il telescopio avrebbe scovato, inoltre, anche altre strutture galattiche ancora più remote, dunque più vicine al Big Bang. Tuttavia, a differenza di quelle annunciate oggi, queste galassie remotissime non sono state ancora confermate.
Intanto, gli astronomi, grazie alla nuova scoperta del Webb, sono ormai a soli 300 milioni di anni di storia inesplorata prima di poter arrivare finalmente a osservare il Big Bang.

Immagine in evidenza: rappresentazione artistica del Big Bang e delle  galassie più remote dell’Universo. Fonte: https://hubblesite.org/