La missione dell’Esa Euclid ha superato con successo i test di compatibilità elettromagnetica presso gli stabilimenti di Thales Alenia Space, a Cannes. La sonda, posizionata nella camera di prova Catr, è stata sottoposta a una serie di prove che hanno simulato le condizioni a cui  sarà sottoposta nello spazio. Il team della missione ha analizzato i segnali radio ed elettrici provenienti dai diversi sistemi. Dopo aver constatato l’assenza di interferenze, i tecnici hanno dichiarato che la sonda è pronta per affrontare l’ambiente spaziale.

Nella giornata di ieri – presso la sede dell’Agenzia Spaziale Italiana – si è svolto un incontro per la stampa dedicato alla presentazione della missione che vede l’Italia in primo piano. Presenti i principali responsabili della missione: Barbara Negri, Responsabile Volo umano e Sperimentazione scientifica, Elisabetta TommasiMario Salatti Gianluca Polenta della Direzione Scienza e Ricerca.

«Il lancio era inizialmente previsto nell’estate 2022 con una Soyuz e riusciremo a lanciare nell’estate 2023 con il Falcon 9 di SpaceX – ha detto Negri –  Al momento Euclid è la missione più complessa per quanto riguarda gli obiettivi scientifici. Il modello cosmologico attuale vede l’Universo composto per il 5% da materia visibile, per il 25% da materia oscura che non emette luce e per il 70% da energia oscura. Partendo da queste informazioni, gli scienziati vogliono cercare di capire perché l’Universo si sta muovendo più velocemente rispetto a quanto previsto dal modello e se materia ed energia oscura giocano un ruolo in questa accelerazione».

«Euclid è dotato di un telescopio di 1,2 metri – progettato per lavorare alle lunghezze d’onda visibile e vicino infrarosso – che raccoglierà luce da oggetti cosmici distanti fino a 10 miliardi di anni e la invierà ai due strumenti di bordo, che lavorano in parallelo: Vis (Visible Instrument), di cui sono responsabili gli inglesi e Nisp (Near Infrared Spectrometer and Photometer) di cui sono responsabili i francesi – prosegue Barbara Negri – E noi abbiamo contribuito a entrambi. Euclid misurerà la forma di decine di milioni di galassie e il loro spostamento verso il rosso. Lo spostamento verso il rosso della lunghezza d’onda o redshift è un effetto dell’espansione accelerata dell’Universo: più la galassia si allontana, maggiore è lo spostamento verso il rosso».

L’Italia è coinvolta nella missione Euclid sotto molteplici aspetti: sia attraverso la realizzazione di sottosistemi dei due strumenti di bordo, sia con la responsabilità della gestione della parte scientifica del Segmento di Terra e della survey e delle operazioni in volo degli strumenti, ma anche con ruoli importanti per aspetti tecnici e scientifici della missione. Il nostro Paese è, insieme a Francia e Gran Bretagna, il principale protagonista della missione grazie al supporto, in primo luogo, dell’Agenzia Spaziale Italiana. La missione prevede anche la partecipazione della Nasa, che fornirà i rivelatori per lo strumento Nisp.

In Euclid sono coinvolti oltre trecento scienziati italiani, appartenenti all’Inaf (principalmente presso Oas-Bologna, Istituti Iaps, Iasf di Bologna e Milano, e gli Osservatori Astronomici di Bologna, Brera, Padova, Roma, Torino e Trieste), e varie sedi dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare , con il contributo principale di Bologna e Padova e a numerose Università (in primo luogo l’Università di Bologna e poi Università di Ferrara, Università Statale di Milano, Sapienza Università di Roma, Università Roma Tre, Università di Trieste, Sissa, Cisas).

 

Crediti foto in apertura: Esa – Manuel Pedoussaut