Il pianeta nano Cerere, il più grande oggetto nella fascia degli asteroidi tra Marte e Giove, non è solo: una nuova classe di piccoli asteroidi orbita in quella regione. Non solo la vicinanza li accomuna. Anche la composizione della superficie risulta simile, a testimonianza d’interazioni primordiali con l’acqua liquida.
La sola differenza è nelle dimensioni: Cerere è lungo 900 chilometri mentre i suoi “piccoli compagni di viaggio” solo 100 chilometri.
Mai osservati prima d’ora, il gruppetto di asteroidi a bassa albedo risultano pieni d’acqua. A pubblicare i risultati su Nature Astronomy, il team di ricerca internazionale, che comprende geo scienziati dell’Università di Heidelberg.
Osservati in spettrografia infrarossa dal telescopio della Nasa presso l’Osservatorio Mauna Kea alle Hawaii, Stati Uniti, i piccoli corpi provengono dal sistema solare esterno e la preziosa presenza di acqua sulla Terra potrebbe essere ricondotta a loro. Ma come avrebbero potuto raggiungere la Terra primordiale, nella fascia interna del sistema solare, vista la loro provenienza dalla regione esterna dello stesso?
I calcoli numerici eseguiti dai ricercatori sugli sviluppi della traiettoria nel sistema solare primordiale, hanno fatto emergere che le interruzioni gravitazionali nelle orbite di grandi pianeti come Giove e Saturno – definite anche “instabilità dei pianeti giganti” – possono aver cambiato la traiettoria di questi asteroidi, spostandoli, poco dopo la loro creazione, nell’odierna fascia degli asteroidi.
«Le misurazioni astronomiche consentono l’identificazione di asteroidi simili a Cerere con un diametro di soli 100 chilometri, attualmente situati in una regione ristretta tra Marte e Giove vicino all’orbita di Cerere», spiega Driss Takir, astrofisico presso il Johnson Space Center della Nasa e autore principale dello studio.
L’analisi della composizione chimica e mineralogica della superficie ha confermato che, proprio come per Cerere, sono presenti minerali che hanno avuto origine da un’interazione con l’acqua liquida.
Altro tratto comune con il pianeta nano Cerere è l’elevata porosità: «Poco dopo la formazione degli asteroidi, le temperature non erano abbastanza alte da convertirli in una struttura rocciosa compatta; hanno mantenuto il carattere poroso e primitivo tipico dei pianeti di ghiaccio esterni situati lontano dal sole», spiega Wladimir Neumann, membro del team del Prof. Mario Trieloff che dirige il gruppo di ricerca di Geo e Cosmochimica dell’Istituto di Scienze della Terra dell’Università di Heidelberg, dove è stata messa a punto la modellazione dello sviluppo termico dei piccoli corpi.
In apertura: rappresentazione di planetesimi nella fascia degli asteroidi durante la crescita e l’evoluzione dinamica dei pianeti. Credito: Nature Astronomy (2023)