Decollo, messa in orbita del carico utile e rientro a ‘casa’ per Falcon 9 della Space X. Tutto da manuale per il 168° touchdown in verticale sulla Terra, avvenuto dopo circa 8 minuti e 45 secondi dal lancio dalla base californiana di Vandenberg.
Cinquantotto minuti dopo il decollo sono entrati in orbita bassa terrestre i payload commerciali della missione Starfield dell’azienda italiana D-Orbit, mentre a un’ora e 17 minuti dal lancio sono stati rilasciati 49 satelliti Starlink.
Starfield ha trasportato una serie di differenti carichi utili, tra cui una vela frenante – progettata per aiutare i satelliti a scendere dall’orbita terrestre in modo più efficiente – della società HPS (High Perfomance Space), con sede a Monaco e a Bucarest. Nella stessa missione ha trovato posto anche un simulatore di veicoli spaziali della società statunitense EBAD, mentre il Politecnico di Losanna ha testato un computer di bordo; si tratta di ‘Bunny’, un dispositivo sviluppato dagli studenti, parte integrante di un progetto più ampio per un piccolo veicolo spaziale di studio dell’atmosfera da utilizzare sia sulla Terra, sia su sistemi esoplanetari. Tra i carichi utili, anche uno relativo a un “volo commemorativo conveniente verso le stelle e oltre”, come dichiara l’azienda neozelandese StardustMe, per chi vuole ricordare un caro estinto con un funerale spaziale.
Il decollo del 31 gennaio è stato il settimo dell’anno per SpaceX e la terza missione Starlink del 2023. Sebbene sia ancora molto presto, la compagnia di Elon Musk è sulla buona strada per battere il record del 2022, ovvero 61 lanci orbitali in un anno.
In apertura: il razzo Falcon 9 della SpaceX lancia 49 satelliti Internet Starlink e il veicolo di trasferimento orbitale di D-Orbit dalla Vandenberg Space Force Base in California il 31 gennaio 2023. (Crediti immagine: SpaceX).