Tra le linee promettenti della New Space Economy ci sono gli spazioporti. Secondo la Space Foundation, 1.022 veicoli spaziali sono stati messi in orbita nei primi sei mesi del 2022 e, solo nel settore commerciale, è stato registrato un aumento del 6,4% dei ricavi, con oltre 224 miliardi di dollari provenienti da prodotti e servizi forniti dalle società spaziali e quasi 138 miliardi di dollari spesi in infrastrutture e supporto per lo spazio commerciale.

In questi giorni il governo canadese ha autorizzato le licenze per i primi voli dallo spazioporto Nova Scozia, nell’area nazionale di Cape Breton Island, nella località di Canso, affacciata sull’oceano Atlantico.

L’approvazione alla costruzione risale allo scorso agosto, e con l’autorizzazione ai lanci di questi giorni aumenta l’offerta per voli commerciali e non solo: nel caso del Canada, la sfida è anche sulla realizzazione di razzi ‘verdi’, cioè a basso impatto sull’ambiente.

La sfida del Canada è stata annunciata con un  tweet  del manager della Maritime Launch Service (Mls) per il primo lancio entro il 2023. Mls vanta il primato di essere il solo investitore privato canadese con uno spazioporto vicino all’oceano Atlantico; tra i suoi clienti, anche il responsabile del laboratorio della Stazione Spaziale Internazionale Nanoracks e il fornitore di razzi a tecnologia pulita del Quebec Rocket Dynamics.

Il sito dello spazioporto canadese offre vantaggi anche per le sue alte latitudini, che consentono anche lanci polari perfetti per l’osservazione globale della Terra o per applicazioni militari.

Anche l’Europa non trascura l’opportunità di avere un proprio spazioporto: il 16 gennaio scorso alla presenza del Re Carlo XVI Gustavo di Svezia e della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen è stato inaugurato lo spazio porto Esrange di Kiruna. Presente all’evento anche il Direttore dell’Esa Josef Aschbacher, che durante la conferenza stampa annuale dell’Agenzia Spaziale Europea svoltasi oggi 23 gennaio ha parlato delle ultime azioni per l’hop test dei lanciatori riutilizzabili Prometheus e Themis, proprio da Kiruna.

Concorrono alla posizione di spazioporto europeo anche altri siti: l’arcipelago portoghese delle Azzorre, l’isola norvegese di Andoya, l’Andalusia spagnola e la Gran Bretagna, che ha ben sette siti di lancio.

Lo scorso 9 gennaio era tutto pronto per il primo lancio da territorio inglese della missione Start Me Up. L’Uksa, l’Agenzia spaziale britannica, avrebbe dovuto lanciare Cosmic Girl, il Boeing 747 di Virgin Orbit, dallo Spaceport Cornwall, in Cornovaglia. Il lancio è fallito per un’anomalia ma la corsa a trovare Il sistema di lancio riutilizzabile di Virgin Orbit, ideato per battere la concorrenza di Space X, avrebbe dovuto portare in alta quota il LauncherOne, che avrebbe poi immesso in orbita Leo – Low Earth Orbit – il suo prezioso carico di satelliti. Ma qualcosa è andato storto e il Boeing 747 Cosmic Girl è rientrato alla base insieme all’equipaggio.

Anche l’Italia si prepara ad allinearsi alla sfida europea dalle coste pugliesi: lo scorso 13 dicembre è stato sottoscritto un  raggruppamento temporaneo di progettazione composto da Adr Ingegneria Spa, Proger Spa, Rina Consulting Spa e Architetto Camerana, che ha vinto il bando per la realizzazione del primo spazioporto nazionale nell’aeroporto di Taranto-Grottaglie. Il nuovo soggetto giuridico si chiama Criptaliae Spaceport, dall’antica denominazione di Grottaglie, paese pugliese noto anche per le sue meravigliose ceramiche.

Ad oggi, secondo un’indagine di Agi del 2021, ci sono  trentaquattro siti di spazioporti ufficiali nel mondo, di cui 6 destinati al volo umano nello spazio. Con Kiruna e con lo spazioporto canadese siamo già a trentasei.

 

In apertura: Rocket Dynamics prevede di lanciare missioni dalla Nuova Scozia, in Canada, almeno nello spazio suborbitale. Credito Rocket Dynamics.