È il ramo dell’astronomia che studia le proprietà delle stelle, soprattutto quelle dalla luminosità elevata, tramite le loro oscillazioni: stiamo parlando dell’astrosismologia, al centro di un recente studio di Science centrato sui nuclei di questi oggetti celesti (articolo: “Spin-down by dynamo action in simulated radiative stellar layers”).
L’indagine, svolta da un team di ricercatori francesi e coordinata dal Cnrs (Centre national de la recherche scientifique) di Parigi, si è basata su simulazioni numeriche con cui è stato modellato il plasma negli strati più profondi delle stelle. L’attività sperimentale si è svolta presso i laboratori Lerma dell’Osservatorio di Parigi, Ljad dell’Università della Costa Azzurra e Ens dell’Università di Parigi.
I nuclei degli astri, in determinate condizioni, si contraggono e – quando questo fenomeno si verifica – cominciano a ruotare a velocità superiori rispetto a quelle degli strati esterni. Esistono però delle eccezioni, che il gruppo di lavoro ha rilevato durante lo svolgimento delle simulazioni: vi sono dei casi in cui i nuclei hanno dimostrato una certa ‘pigrizia’, vale a dire si muovono più lentamente di quanto sia stato ipotizzato.
Ma a cosa si deve questo ritmo tranquillo? Secondo gli studiosi, a produrlo sarebbe un campo magnetico interno. Nello specifico, il flusso di plasma nelle pieghe più profonde delle stelle può amplificare un campo magnetico fino al punto in cui si generano dei movimenti molto intensi. Queste turbolenze possono accrescere ulteriormente il campo magnetico fino a produrre un rallentamento nel moto di rotazione del nucleo stellare. I risultati che il gruppo di lavoro ha ottenuto con le simulazioni sono in sintonia con le analisi astrosismologiche di numerose stelle e mostrano che il suddetto campo magnetico sarebbe nascosto dagli strati più esterni della stella. Questo elemento, secondo gli scienziati, spiegherebbe perché nessun campo magnetico di questo tipo sia stato ancora misurato con le tecniche usuali.
Gli autori del saggio ritengono che la loro ricerca schiuda nuovi scenari, soprattutto per quanto riguarda l’evoluzione delle stelle che viene influenzata dalle loro dinamiche interne.
In alto: il campo magnetico che si forma all’interno del nucleo stellare nella simulazione realizzata per lo studio (Crediti: Ludovic Petitdemange et al.)