La sonda Juno della Nasa in orbita attorno a Giove, oggi compirà un sorvolo ravvicinato di Io, la sua luna più interna, arrivando a una distanza di 1,5mila chilometri.
Lanciata nel 2011 per studiare l’origine e l’evoluzione del pianeta più grande del Sistema Solare, la missione ha subìto delle modifiche in corso d’opera a causa di problemi tecnici con un prolungamento necessario per completare le orbite previste. Estesa inizialmente dal 2018 al 2021, la Nasa ha colto l’opportunità per indagare anche l’interazione tra il campo magnetico di Giove e i suoi satelliti. Strumenti permettendo, la missione è stata prolungata fino al 2025.
«Il team è davvero entusiasta che l’estensione della missione includa lo studio delle lune di Giove. Con ogni sorvolo ravvicinato, siamo stati in grado di ottenere una grande quantità di nuove informazioni – ha detto Scott Bolton del Southwest Research Institute (SwRI) di San Antonio, in Texas e ricercatore principale di Juno – I sensori della sonda sono progettati per studiare Giove, ma siamo rimasti impressionati dai risultati ottenuti mentre svolgeva il doppio compito di osservare le lune di Giove».
Juno ha già compiuto sorvoli ravvicinati di Ganimede e di Europa rivelando informazioni sulla loro composizione interna ed esterna, sulla ionosfera e sull’interazione con la magnetosfera di Giove. Gli strumenti hanno fornito dati sulla struttura, purezza e temperatura delle calotte di ghiaccio delle due lune. Le immagini combinate degli strumenti a differenti lunghezze d’onda mostrano Ganimede caratterizzato da una superficie scura che è anche la più antica, e una più luminosa, di cui fanno parte anche i crateri, che è più recente; alcuni segni caratteristici sembrano associati all’attività tettonica; il campo magnetico appare inoltre interrompersi e ricostituirsi nell’interazione con quello di Giove.
«Niente è facile quando hai come tuo vicino il pianeta più grande del Sistema Solare – ha detto Thomas Greathouse, scienziato del SwRI – Ma quanto osservato fino ad ora ci dà un primo entusiasmante assaggio delle informazioni che ci aspettiamo di ottenere con Juice (JUpiter ICy moons Explorer) dell’Agenzia Spaziale Europea ed Europa Clipper della Nasa».
Io, il luogo più vulcanico del sistema solare, sarà oggetto di studio per il prossimo anno e mezzo con nove passaggi ravvicinati.
Juno ha raggiunto l’orbita di Giove il 5 luglio 2016; grazie all’impegno dell’Agenzia Spaziale Italiana, la missione vanta un significativo contributo ‘tricolore’ con lo spettrometro Jiram (strumento dell’Inaf-Iaps, realizzato da Leonardo) e lo strumento di radioscienza KaT (Ka-Band Translator, dell’Università ‘La Sapienza’ di Roma, realizzato da Thales Alenia Space-Italia).
Immagine in apertura: la superficie vulcanica di Io osservata da Juno a 80mila km di distanza il 5 luglio 2022