Grandi, scintillanti e ‘dispotiche’ al punto di dettare legge nell’ammasso in cui risiedono: si tratta di un gruppo di stelle che espelle la maggior parte del gas dal cluster, permettendo solo a un numero limitato di loro compagne di poter crescere.
Questo meccanismo, che pone un freno alla nascita di nuovi astri, è al centro di uno studio di The Astrophysical Journal (articolo: “The Sofia Feedback Legacy Survey Dynamics and Mass Ejection in the Bipolar HII Region Rcw 36”); l’indagine, svolta da un gruppo di lavoro internazionale, è stata coordinata dal Sofia Science Center della Nasa e ha visto l’utilizzo di dati provenienti da diversi telescopi e osservatori, tra cui Chandra dell’ente spaziale americano.
Le informazioni raccolte da Chandra sono state integrate con quelle del telescopio Apex (Atacama Pathfinder Experiment) gestito dall’Eso e con i dati d’archivio di due ‘esploratori’ ora a riposo, il telescopio Herschel dell’Esa e l’osservatorio Sofia, progetto congiunto Nasa-Dlr.
Gli astronomi si sono concentrati su Rcw 36, una vasta nube di gas classificata come ‘regione H II’; si tratta di un’area composta prevalentemente di atomi di idrogeno ionizzati, ovvero privi dei loro elettroni. Situata a circa 2900 anni luce dalla Terra, Rcw 36 contiene un cluster di giovani stelle e presenta due zone vuote, che si estendono in direzioni opposte e sono state prodotte dall’idrogeno ionizzato. Inoltre, la nube mostra un anello di gas che ‘abbraccia’ il cluster tra le due aperture, formando una sorta di cintura.
Chandra ha individuato il gas caldo (temperature di oltre 2 milioni di gradi Celsius), che risplende nei raggi X ed è concentrato vicino al ‘cuore’ di Rcw 36; qui si trovano le due stelle più massicce e bollenti che costituiscono la fonte principale del gas caldo. I dati di Sofia e Apex, invece, mostrano che l’anello contiene gas denso e freddo (temperature che oscillano tra -256°C e -245°C) e che si sta espandendo a una velocità media di oltre 4mila chilometri all’ora. Il gas freddo in espansione si trova anche in sacche ubicate sul perimetro di ambedue le cavità e il suo movimento, probabilmente, è dovuto alla pressione esercitata dal gas caldo ‘visto’ da Chandra. Inoltre, dai dati di Sofia si evince che una parte del gas freddo intorno all’anello viene espulso a velocità elevatissime (oltre 48 mila chilometri orari) e che tale processo coinvolge anche la sua massa: ogni anno viene mandata via una quantità di massa pari a 170 volte quella della Terra.
Questi processi comportano che gli ‘ingredienti’ grezzi per i futuri astri vengano dispersi in un arco di tempo compreso tra 1 e 2 milioni di anni, rallentando notevolmente i ritmi della nursery stellare.
In alto: la nube di gas Rcw 36 (Crediti: raggi X, Nasa/Cxc/Ames Research Center/L. Bonne et al. – infrarosso, Esa/Nasa, Jpl-Caltech/Herschel Space Observatory/Jpl/Ipac