Hanno un aspetto armonioso, ma sono destinati ad avere una vita breve – in termini di tempo astronomico – che li vedrà dissolversi in poche decine di migliaia di anni: si tratta dei protagonisti del nuovo scatto di Hubble, che questa volta ha immortalato due entità definite ‘oggetti di Herbig-Haro’.

Gli oggetti in questione, classificati con le sigle HH1 e HH2, si trovano nella costellazione di Orione, a una distanza dalla Terra di circa 1250 anni luce. Questi soggetti si presentano come macchie brillanti di nebulosità nei pressi di astri sbocciati da poco e sono appunto fenomeni transitori: si allontanano dalla stella che li ha creati ad una velocità che oltrepassa anche i 400 chilometri al secondo e poi finiranno per svanire.

Nella foto scattata dello storico telescopio Nasa-Esa, HH1 è la nube luminosa situata presso la stella scintillante in alto a destra, mentre HH2 è la nube dai riflessi blu in basso a sinistra. I due oggetti, quindi, sono ben visibili mentre il giovane sistema stellare che li ha prodotti gioca a ‘nascondino’ e si cela in una spessa e scura nuvola di polveri, visibile al centro della foto.

Pur mostrandosi con una certa varietà di forme, gli oggetti HH seguono uno schema-base che è simile per tutti: getti gemelli di gas, che vengono emessi in direzioni opposte da un astro in fase di formazione.

Il primo ad osservare questo tipo di oggetti fu l’astronomo americano Sherburne Wesley Burnham verso la fine del XIX secolo, ma bisognerà attendere i primi anni ’50 del ‘900 per avere un quadro più dettagliato del fenomeno: a studiarlo a fondo furono lo statunitense George Herbig e il messicano Guillermo Haro, dai quali questi oggetti hanno poi tratto il nome.

L’immagine in alto è stata realizzata dalla Wfc3 (Wide Field Camera 3) di Hubble e si basa sui dati ottenuti da 11 filtri differenti nelle lunghezze d’onda dell’infrarosso, del visibile e dell’ultravioletto. Ogni filtro è sensibile a una piccola porzione dello spettro elettromagnetico e permette agli astronomi di determinare con precisione i processi che portano all’emissione della luce in quelle specifiche lunghezze d’onda.

Gli oggetti HH1 e HH2 sono stati osservati da Hubble per due differenti studi: il primo è dedicato alla struttura e al movimento dei due oggetti, mentre il secondo è centrato sui flussi di gas emessi dal giovane sistema stellare. Gli astronomi, per questo secondo filone di ricerca, auspicano di poter utilizzare il telescopio Webb, i cui strumenti sono in grado di scrutare attraverso le nubi di polvere.

A questo link la foto nelle dimensioni originali.

(Crediti: Esa/Hubble e Nasa, B. Reipurth e B. Nisini)