Ci sono tracce di molecole organiche sul pianeta rosso. La scoperta è del campione dell’esplorazione marziana Perseverance, il rover della Nasa che sta viaggiando sulla superficie di Marte in cerca di possibili forme di vita.

Negli ultimi mesi, Perseverance si è addentrato nei resti di un antico delta fluviale all’interno del cratere Jezero, che miliardi di anni fa ospitava un grande lago. La presenza di questo delta è uno dei motivi principali per cui la Nasa ha inviato qui il suo robottino di ultima generazione, che fino adesso è stato all’altezza delle aspettative.

Dall’inizio di luglio, Perseverance ha raccolto 4 campioni di rocce marziane da Jezero, portando così a 12 il numero totale di campioni scientificamente interessanti. Gli ultimi campioni raccolti provengono in particolare da “Wildcat Ridge”, nome dato a una roccia larga circa 1 metro che si è probabilmente formata quando fango e sabbia fine si sono depositati nell’antico lago in evaporazione, miliardi di anni fa. Il 20 luglio, il rover ha abraso parte della superficie di questa roccia per poterla analizzare con il suo strumento Sherloc. I primi risultati evidenziano appunto la presenza di una classe di molecole organiche in questi campioni di roccia.

Significa dunque che Perseverance ha trovato tracce di vita su Marte? Non è detto. Le molecole organiche sono costituite da un’ampia varietà di composti, e possono anche essere formate da una reazione chimica che non prevede necessariamente la presenza di vita. Eppure, affermano gli scienziati della Nasa, le molecole potrebbero invece segnalare una possibile biofirma, e quindi essere legate ad antiche forme di vita. Serviranno nuove analisi per trovare la risposta, ma sicuramente Perseverance è sulla strada giusta nel suo viaggio di esplorazione del pianeta rosso.

 

Immagine in apertura: raccolta di campioni provenienti da “Wildcat Ridge” su Marte.  Crediti: Nasa/Jpl-Caltech/Asu/Msss