I campioni di materiale dell’asteroide Ryugu, raccolti dalla sonda Jaxa Hayabusa 2, stanno aiutando gli scienziati a comprendere meglio la composizione chimica del nostro Sistema Solare agli albori della sua esistenza. 

Lo afferma uno studio dell’Università della California di Los Angeles, pubblicato su Nature Astronomy.

Grazie all’analisi isotopica i ricercatori hanno scoperto che i minerali carbonatici dell’asteroide sono stati cristallizzati a causa delle reazioni con l’acqua. Questi carbonati si sono formati i primi 1,8 milioni di anni di vita del Sistema Solare e hanno ‘registrato’ la temperatura e la composizione di Ryugu nel corso del tempo.

Le analisi delle impronte digitali chimiche presenti nei campioni consentiranno di ottenere un modello della formazione e dell’evoluzione dell’asteroide.

Dai risultati è emerso che i carbonati di Ryugu si sono formati diversi milioni di anni prima di quanto ipotizzato finora e indicano che Ryugu, o il corpo progenitore da cui potrebbe essersi distaccato, erano oggetti piccoli da un diametro minore di 20 chilometri.

Con molta probabilità Ryugu non è mai stato un grande asteroide, a causa delle molteplici collisioni che ha subito. Inoltre – secondo i ricercatori – un oggetto di dimensioni maggiori sarebbe stato soggetto alla alte temperature ottenute dal decadimento dell’alluminio-26, un radionuclide. Questo processo avrebbe portato alla fusione della roccia negli strati profondi dell’asteroide e alla separazione di metalli e silicati, che non è stata rilevata nel corso delle osservazioni della sonda giapponese. 

Le ricerche in corso sui campioni di Ryugu aiuteranno la comunità scientifica a comprendere meglio i meccanismi evolutivi degli esopianeti con caratteristiche simili a quelle della Terra.

Immagine in apertura: l’asteroide Ryugu immortalato da Hayabusa 2. Crediti: Japan Aerospace Exploration Agency (Jaxa)