Aveva iniziato a fare i ‘capricci’ a maggio, sottoponendo gli ingegneri della Nasa a un vero e proprio rompicapo perché, pur presentando un’anomalia, continuava a operare normalmente e a inviare i dati scientifici a terra: stiamo parlando di Voyager 1, la sonda Nasa progettata per esplorare il Sistema Solare esterno e lanciata il 5 settembre 1977 da Cape Canaveral.

Dopo una complessa indagine, i tecnici sono riusciti a trovare una soluzione; le cause del problema non sono ancora note, ma sono state formulate ipotesi in proposito.

Ma qual è il ‘malanno’ che ha afflitto questa esploratrice veterana? Si tratta di un’anomalia al sistema di controllo Aacs (Attitude Articulation and Control System), i cui dati hanno allarmato il team della missione visto che non rispecchiavano quello che effettivamente stava succedendo a bordo. Il sistema Aacs non solo controlla l’orientamento della sonda, ma mantiene anche la sua antenna ad alto guadagno puntata precisamente verso la Terra, consentendo quindi l’invio dei dati. Tuttavia, Voyager 1 risultava ‘in salute’ e in grado di raccogliere e trasmettere i dati scientifici.

Alla fine, gli ingegneri hanno scoperto che il sistema Aacs aveva iniziato a inviare i dati di telemetria tramite un computer di bordo che non era più funzionante da anni e che ha corrotto le informazioni. Il team ha quindi optato per una soluzione a basso rischio: hanno imposto all’Aacs di riprendere a trasmettere i dati al computer giusto. Probabilmente, il sistema aveva dato luogo all’anomalia ricevendo un comando errato da un altro computer di bordo; se questa ipotesi venisse confermata, sarebbe indicativa della presenza di un problema in qualche altro meccanismo della sonda. I tecnici continueranno le ricerche, ma non pensano che si possa verificare qualche pericolo concreto per la salute di Voyager 1.

La sonda, che dall’agosto 2012 ha oltrepassato i confini del Sistema Solare e ora si muove nel mezzo interstellare, si trova a 23,3 miliardi di chilometri dalla Terra in un ambiente caratterizzato da forti radiazioni.

Nonostante qualche inevitabile problema dovuto all’età, Voyager 1 ha ampiamente superato i limiti temporali previsti per la sua missione e prosegue l’attività esplorativa in una zona dello spazio mai sperimentata in precedenza da altri manufatti umani.